Ognuno di noi ha una storia, ma ci sono storie che sono ognuno di noi. E, noi, nemmeno lo sappiamo. In Lombardia la mafia non esiste. Forse… Eppure c’è un esercito di persone, vestite di silenzio e anonimato, che provano l’esatto contrario. La stagione dei sequestri di persona esordisce, quasi per caso, nel 1972: a Vigevano, il sequestro di Pietro Torrielli Jr segna l’inizio di una tragica sequenza di rapimenti, prevalentemente di giovani, operati dalla criminalità organizzata.
Prima cosa nostra, poi la ‘ndrangheta: la Lombardia, locomotiva d’Italia, si rende conto di essere terra di conquista. Le vittime, prima sono cognomi conosciuti: Alemagna, Perfetti, Rancilio... poi diventano solo merci di scambio, spesso non tornano a casa più. La società civile, scossa dall’escalation del terrorismo, si rende conto tardi del fenomeno. Ed è così che dal 1972 al 1983 “spariscono”, chi per qualche giorno, chi per mesi, chi per sempre… 672 persone. Solo in Lombardia. È un numero impressionante, esorbitante, perché fatto di individui. Cristina Mazzotti è uno di quei 672.
“5 centimetri d’aria. Storia di Cristina Mazzotti e dei figli rapiti“ racconta l’estate del 1975 e il rapimento di Cristina, prima donna a morire in un sequestro. Non solo. Racconta la stagione folle dei sequestri di persona, i cui effetti Milano continua a portarsi addosso ancora oggi. Non solo. Racconta una storia che qualcuno vorrebbe dimenticare, qualcun altro vorrebbe venisse dimenticata, perché il rapimento è l’inizio di un sistema di conquista: seminare terrore, per generare silenzio e omertà; richiedere riscatti per avere fondi da investire nella droga; spacciare la droga per generare altri capitali da investire nell’acquisto di macchine e controllare il “movimento terra”; controllare il “movimento terra” per vincere appalti, costruire strade e palazzi, dominare il progresso.
Eccolo qui l’oggi in cui viviamo. Ecco perché al posto del tuo cognome sul citofono c’è un numero. Lo vedi, ora, perché è bene che fai sapere quando arrivi e dove sei? Sono segnali piccoli, a volte sembrano casuali, ma sono tutte spie del passato che ci scorre nelle vene. Ognuno di noi ha una storia, ma ci sono storie che sono ognuno di noi. Conoscere queste storie ci permette di non sparire.
Lo spettacolo nasce da un Laboratorio di Scrittura per la scena organizzato dal Piccolo Teatro di Milano, rivolto agli studenti, ai dottori e ai dottorandi del corso di Sociologia della Criminalità Organizzata del Professor Nando Dalla Chiesa, dell’Università Statale di Milano. 5 centimetri d’aria è un monologo per voce femminile in cui convergono, in un flusso continuo, tante voci: quelle delle vittime, quelle dei carnefici, quelle degli spettatori meno giovani che in un bisbiglio pronunciano: "Io c’ero...", quelle dei giovani spettatori che rimangono attoniti di fronte a una storia che sembra portarsi dentro anche noi.