PAOLO GALLIANI
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Parola (e voti) di Slow Food. Promossi Sali e Tabacchi e Trattoria delle Miniere

Confermatissime le meneghine Trippa e Trattoria del Nuovo Macello . Resiste alla grande l’Antica Trattoria del Gallo della famiglia Gerli . .

Parola (e voti) di Slow Food. Promossi Sali e Tabacchi e Trattoria delle Miniere

Confermatissime le meneghine Trippa e Trattoria del Nuovo Macello . Resiste alla grande l’Antica Trattoria del Gallo della famiglia Gerli . .

Sempre loro. Ma in una compagnia sempre più nutrita. E se è vero che le osterie – parola di Slow Food – sono "locali colti e informali, capaci di mantenere la loro identità senza cedere alla pericolosa tentazione della nostalgia. E dove conta mangiare bene ma anche stare bene", allora c’è una buona notizia: in Lombardia crescono di numero. Quantomeno aumenta il piccolo esercito delle “eccellenze assolute”, osterie talmente speciali da meritarsi la prestigiosa “chiocciola”.

Lo stabilisce la “Guida 2025” che proprio Slow Food ha presentato al Piccolo Teatro di Milano. Sono 23 quelle degne appunto di tanto riconoscimento. E due sono delle new entry. C’è la “Trattoria delle Miniere” di Lenna, in Alta Val Brembana dove Lorenzo Bonini sta esibendo una cucina con i fiocchi di stampo tradizionale, attenta ai prodotti locali ma contemporaneamente raffinata e creativa, in un ambiente accogliente, ben diretto dalla moglie Valeria Gervasoni. Tra i piatti imperdibili, le tagliatelle al ragù di anatra selvatica e la costina di maiale con cotenna e grasso nobile che Slow Food giudica “fenomenale”.

E c’è la nuova “chiocciola” anche per il ”Sali e Tabacchi” di Mandello del Lario, frazione Maggiana, unico locale del Lecchese a poter vantare tanto riconoscimento grazie all’arte di accogliere della famiglia Lanfranconi.

Qui domina, ed è comprensibile, la cucina di acqua dolce che si rivela tra l’antipasto misto del lago, i tagliolini ai missoltini e il pescato del giorno. È comunque l’intera regione a cercare di guadagnare terreno in questo segmento della ristorazione, ancorché surclassata, per numero di segnalazioni, dalla triade Piemonte, Campania e Toscana. Confermate le due star meneghine “con la chiocciola”: la Trattoria del Nuovo Macello in via Cesare Lombroso e Trippa in via Vasari. Senza dimenticare gli altri locali comunque selezionati e ben presentati sulla Guida “Osterie d’Italia”, ovvero “Ciciarà” di piazza Santo Stefano, “Da Martino” di via Farini, “L’Osteria del Treno” di via San Gregorio e la “Locanda del Menarost” di via Compagnoni.

Anche se a prendersi la scena, nel Milanese, sempre grazie alla “Chiocciola” è anche l’Antica Trattoria del Gallo della famiglia Gerli. Infine, vera novità dell’edizione 2025, la sezione dei cosiddetti “locali quotidiani”, pub, pastifici, enoteche e gastronomie che rivelano un forte attaccamento al territorio.

Solo otto quelli rintracciati in Lombardia e considerati meritevoli. Ad esclusione della “Torrefazione Vittoria” di Cremona, sono tutti milanesi: la Cà del Bèch di via Mantova, la Macelleria Equina Pellegrini di via Spallanzani, l’Osteria della Concorrenza di via Melzo, “Pasta Fresca Brambilla” al 2 della stessa via, la Rosticceria Palazzi di via Plinio, “Silvano Vino e Cibi” di piazza Morbegno e la Tipografia Alimentare di via Dolomiti. Con tanto di messaggio subliminale. Se ovunque si parla di crisi in atto del cosiddetto “fine dining”, le vere osterie si tirano fuori. La loro cucina è spesso stellare, anche senza “le stelle”.