Tommasini, Casella, Respighi. Alle radici della nostra cultura

La stagione dell’Orchestra Sinfonica entra nel vivo riscoprendo i classici. Martina Consonni impegnata nella splendida Scarlattiana, direzione di Oddone.

Tommasini, Casella, Respighi. Alle radici della nostra cultura

Andrea Oddone dirigerà l’. Orchestra Sinfonica di Milano venerdì 18 ottobre

È un programma di estremo interesse quello che sarà protagonista del terzo appuntamento della Stagione 2024/2025 dell’Orchestra Sinfonica di Milano. All’Auditorium di Milano, venerdì 18 (ore 20) e domenica 20 ottobre (ore 16) si propone una rarità di Vincenzo Tommasini, compositore italiano vissuto a cavallo tra 800 e 900: la Suite dal balletto “Le donne di buon umore“, arrangiamento su musiche di Domenico Scarlatti, abbinato a “La boutique fantasque“ di Respighi, e Scarlattiana per pianoforte e orchestra di Alfredo Casella, con Martina Consonni al piano, sotto la direzione di Andrea Oddone. Tre autori appartenenti alla “Generazione dell’Ottanta“ che portano uno sguardo rinnovato sul passato culturale e musicale dell’Italia, una lettura che sarà fondamentale nel ’900 e che ricordano l’apporto dei compositori italiani alla storia del balletto. Così Casella e Tommasini riscoprono e rielaborano la musica di Domenico Scarlatti nei rispettivi lavori, mentre Respighi gioca con le melodie rossiniane.

Come spesso accade, l’Orchestra Sinfonica di Milano si fa fautrice di una ricerca nel repertorio, con l’intento di proporre al pubblico musiche ingiustamente poco eseguite. È appunto il caso del repertorio di Vincenzo Tommasini, compositore classe 1878 (stesso anno di Respighi), proveniente da una facoltosa famiglia romana che, seppur rimasto legato al contesto culturale romano, divenne presto fu punto di riferimento imprescindibile in eventi importanti nella storia musicale italiana, come la nascita della Società italiana di autori di musica e della Società italiana di musica moderna. La composizione cui è legata la sua fama è proprio il balletto “Le donne di buon umore“, in scena il 12 aprile 1917 al Costanzi nella serie di balletti allestiti dalla compagnia dei Balletti russi di Sergej Djagilev.

Un evento di portata straordinaria in quanto segnava l’arrivo della formazione russa in Italia e portava una ventata di aria fresca nel mondo coreutico italiano, ancora legato all’Ottocento. Probabilmente il pezzo inaugurò anche l’uso di collage musicale di pezzi derivati da un autore settecentesco, pratica a cui si sarebbero ricondotti autori come Casella, Malipiero e Respighi. In questo filone neoclassico rientrano gli altri due pezzi in programma, in primis la “Boutique fantasque“ di Ottorino Respighi, nato come musica per l’omonimo balletto, a sua volta una commissione dei Ballets Russes, per la tournée londinese del 1919. Il soggetto è disneyano ante litteram: di notte in un negozio di giocattoli le bambole si animano e ballano.

Ma il cattivo giocattolaio separa, vendendoli a diversi acquirenti, una coppia di innamorati (un ballerino e una ballerina di cancan) che alla fine verrà salvata dalla rivolta delle altre bambole. Respighi colse l’occasione e nella Boutique fantasque riuscì a coniugare il sorriso ammiccante di Rossini - che faceva il verso ai suoi contemporanei - con la sua straordinaria abilità di colorista orchestratore. Sempre nel solco del richiamo al passato si inserisce la Scarlattiana di Alfredo Casella, divertimento su musiche di Domenico Scarlatti per piano e piccola orchestra, del 1926, tra curiosa ammirazione al passato e quasi rivendicazione di una “scuola nazionale”. Con la Scarlattiana fa il suo debutto con la Sinfonica di Milano Martina Consonni, eccellente pianista definita da András Schiff "pianista eccezionale e talento raro, piena di vita e di italianità, dalla musicalità molto coinvolgente".