ANDREA SPINELLI
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Van De Best, un viaggio in 49 canzoni: “Così voglio celebrare un’epoca: sogno una serata magica al Forum”

Il cantautore Van De Sfroos, l’album ("ho inciso quasi cento brani per finirlo...") e la magia del palco "Alla soglia dei 60 anni ho pensato di rivivere la mia storia. La 50esima? Quella che avresti voluto e non c’è".

Van De Best, un viaggio in 49 canzoni: "Così voglio celebrare un’epoca: sogno una serata magica al Forum"

Il cantautore laghèe Davide Van De Sfroos 59 anni all’anagrafe Davide Enrico Bernasconi

Si fa presto a dire “raccolta”. Quel “Van De Best” che Davide Van De Sfroos pubblica l’8 novembre e presenta dal vivo il 23 al Forum di Assago (Davide Van De Sforum), per festeggiare 25 anni di canzoni, è tutto nuovo. E mette il cantastorie laghèe di ieri a tu per tu con quello di oggi. "Il passato a volte inganna, perché sembra sparito, inghiottito dalle sabbie del tempo, e poi si ripresenta percorrendo i sentieri misteriosi che incrociano il tuo cammino" ammette lui, all’anagrafe Davide Bernasconi. "Sulla soglia dei 60 anni ho pensato di ricantare, rivivere, rincalzare tutte le canzoni che hanno fatto parte della mia storia, di un viaggio durato finora".

Certo che 49 brani risuonati e ricantati sono molti.

"Per registrare così tanto materiale abbiamo usato tre piattaforme differenti: lo studio del produttore Taketo Gohara a Milano, quello del batterista Silvio Centamore a Carugo e quello di Paolo Costola a Brescia. Tanti i musicisti coinvolti, visto che diverse registrazioni sono avvenute in contemporanea con me a saltare da uno studio all’altro per metterci la voce. Ha cantato tutti i brani in doppia versione, così da poter poi scegliere la migliore: 100 tracce o giù di lì nate da una vera full immersion".

Perché non 50, allora.

"Perché nel vinile una canzone in più non ci stava. Ma anche perché la cinquantesima te la devi cantare tu; la canzone che avresti voluto e non c’è".

Reincidendo il repertorio ha preferito l’idea della foto in movimento a quella un po’ statica mandata a memoria.

"L’esigenza era di andarle a recuperare certe canzoni e rimisurarsi con loro. Anche se il passato non passa poi tanto, in quanto ti rimane attaccato addosso anche quando credi di essertelo dimenticato. Per un autore non trovo giusto rinnegare le canzoni che ha scritto, perché sono figlie del tempo vissuto nel momento in cui sono nate".

Come si sta preparando alla sfida del Forum?

"La parola ‘sfida’ è interessante e realistica. Possiamo fare i bulli e gli ottimisti, ma il tempo passa per tutti e salire sul palco è sempre più impegnativo; quindi, sì, una sfida all’età, alle energie, alla capacità di trovare terreni condivisi con chi hai davanti. È il mio terzo Forum e la scommessa è quella di azzeccare una serata magica come le due che l’hanno preceduto. Quindi, non il concerto promozionale di un disco, ma quello celebrativo di un’epoca".

Ad Assago ci saranno ospiti?

"Visto che intende essere la celebrazione di una storia, quella mia e dei musicisti che m’affiancano e m’hanno affiancato, come ‘ospiti’ vorrei proprio loro. Per ritrovarci tutti sullo stesso palco ancora una volta".

Cosa le ha lasciato l’esperienza fra teatro e canzone de “Il signor Dylan” in questi due anni assieme al giornalista Ezio Guaitamacchi, ad Andrea Mirò e a Brunella Boschetti?

"Per una volta sul palco non ‘interpretavo’ me stesso come al solito, ma Bob Neuwirth cantante e pittore amico di Dylan; mi sono dovuto adattare a una narrazione diversa da quella abituale, più fluida e indirizzata dalle trame disegnate da Ezio. Un progetto fatto col cuore che m’ha dato indietro tanto di quello che ho preso da Dylan in gioventù".