
Antonio Syxty esplora il rapporto col tempo in Zio Vanja di Cechov, riflettendo sulla sua esperienza al Teatro Litta.
Perché Zio Vanja di Cechov? A rispondere è il poliedrico direttore e regista Antonio Syxty: "Più di 20 anni fa mi ero avventurato con coraggio in un Giardino dei ciliegi al Teatro Litta di Milano. Ho usato la parola “coraggio”, ma a distanza di tempo potrei aggiungere anche la parola ‘incoscienza’, anche se fu uno spettacolo riuscito per il pubblico e per la critica di allora. Lo ricordo con affetto e piacere. Credo, a distanza di anni, che fosse anche un buon lavoro". E ora, perché? "Una ragione è quella del “tempo”. In Cechov c’è il rapporto con il tempo che è misterioso e determinante. Il tempo nel suo scorrere degli anni, le età, gli avvenimenti. Ma anche il tempo delle stagioni e quello atmosferico con temporali, schiarite, piogge, sole, afa". Ancora, "lo scorrere del tempo attraverso le ore del giorno e della notte, quando non si riesce a dormire e si parla, ci si lamenta, si fanno discorsi di “bassa filosofia”".