PAOLO GALLIANI
Vivere Lodi

Angelo, il maestro della ceramica: "A 85 anni sempre in bottega"

Il cuore e l’orgoglio di Pisati, la leggendaria “Vecchia Lodi“ che resiste (malgrado le difficoltà) alle mode "Fino a qualche anno fa le famiglie di mezza Lombardia venivano da noi, ora siamo in trincea...".

Il cuore e l’orgoglio di Pisati, la leggendaria “Vecchia Lodi“ che resiste (malgrado le difficoltà) alle mode "Fino a qualche anno fa le famiglie di mezza Lombardia venivano da noi, ora siamo in trincea...".

Il cuore e l’orgoglio di Pisati, la leggendaria “Vecchia Lodi“ che resiste (malgrado le difficoltà) alle mode "Fino a qualche anno fa le famiglie di mezza Lombardia venivano da noi, ora siamo in trincea...".

È un vero gigante di sapienza e abilità, anche se gli acciacchi degli 85 anni non sono sempre clementi o facili da gestire. E per chi ha avuto modo d’incontrarlo, è una persona dall’empatia commovente ancorché avara di retorica, perché gli artigiani, quelli veri, sono portati a comunicare più con quello che sanno fare che con le chiacchiere. E anche quando vanno sotto i riflettori, hanno l’aria di doversi quasi scusare per l’interesse che provocano. Tant’è. Alla fine, è arrivato anche per Angelo Pisati il solenne riconoscimento di “MAM – Maestro d’arte e Mestiere”, nell’ambito della rassegna biennale “Homo Faber” organizzata dalla Fondazione Cologni in collaborazione con ALMA nell’elegante contesto della Fondazione Giorgio Cini sull’isola lagunare di San Giorgio a Venezia. Con tanto di motivazione: insignito da tanto titolo per avere dato vita alla mitica bottega “Vecchia Lodi” nell’omonima città del Fanfulla, presidio e roccaforte di una tradizionale lavorazione della ceramica che sta resistendo – seppure a fatica - al tempo che passa e alle mode. Emozione ovviamente a mille per l’uomo che da 43 anni tiene in vita il sorprendente laboratorio della zona artigianale di San Fereolo, anche se a ritirare il prestigioso premio c’è andata Marialuisa, figlia di Angelo, altra protagonista dell’atelier avviato da papà Angelo assieme al socio Giovanni Minetti che completa l’attuale trio professionale di questa eccellenza celebrata dalla Fondazione Cologni come "la più grande bottega di ceramica del Lodigiano e una delle più importanti della Lombardia". Posto ammirevole, creato appunto da Angelo dopo avere per decenni lavorato in laboratori analoghi (aveva iniziato all’età di 14 anni) e avere imparato a realizzare lampade e servizi da tavola, bomboniere e articoli da regalo che hanno fatto la leggenda della Ceramica Artistica Lodigiana “Vecchia Lodi”.

Ovvio, tutto fatto a mano, utilizzando l’argilla, ovvero l’impasto che arriva dal Veneto, prima di eseguire i canonici passaggi come la modellatura, la rifinitura, l’essicazione, la duplice cottura e l’ispirata colorazione per decorare gli oggetti con il floreale che autografa lo stile “Vecchia Lodi”. Mestiere facile? Non per Angelo, che tutte le mattine riesce ancora a raggiungere il suo amato laboratorio. E nemmeno per Marialuisa e Giovanni che cercano di tenere in vita un’attività che anni fa impegnava una dozzina di addetti e oggi sembra pagare dazio ad un mercato nel frattempo profondamente cambiato. Realista e struggente il commento del signor Angelo riportato dalla stessa Fondazione Cologni in una prestigiosa pubblicazione sui nuovi “Maestri d’Arte e Mestiere”: "Fino a qualche anno fa, le famiglie venivano da noi da tutta la Lombardia e non solo, per acquistare i regali di nozze. Non è più così. Siamo in trincea". Con un commento certificato dalla figlia che lavora con lui: "La passione è la stessa di un tempo. Se l’artigianato di qualità è una forma di resilienza, noi continueremo eroicamente a tenerlo in vita".