Lodi – Da maggio a settembre, con un’estate intensa di lavoro, ha portato in scena il “Paolino Boffi Show 2024” con la ciliegina sulla torta della serata del 21 luglio, in piazza Castello a Lodi quando il suo “L’è tüt un rebelòt” ha riscosso un grandissimo successo. E ora si è già rituffato nel suo lavoro in Mediaset dove da due anni è animatore del pubblico per le trasmissioni di Gerry Scotti. Tutto questo senza però mai tralasciare il suo impegno nell’associazione “Sara Angela Boffi-L’angelo dei bambini” creata insieme alla moglie Laura Soldi in memoria della loro figlia primogenita scomparsa il 17 agosto 2022 a soli cinque anni dopo che sei mesi prima le era stato diagnosticato un Neuroblastoma. Paolino Boffi, 38 anni, è comico, cantante, imitatore e trasformista. Lodigiano di Borgo Adda, ha frequentato le scuole elementari Barzaghi e le medie Paolo Gorini. Poi due anni di liceo artistico e l’abbandono degli studi. "Eh, non avevo mica tanta voglia di studiare" dice. Oggi risiede a Gerenzago, in provincia di Pavia.
La voglia di far ridere le persone invece ce l’ha avuta da sempre?
"Direi di sì. Io ho iniziato con la compagnia “I Soliti” di Cecu Ferrari quando ero in seconda media. Quello è stato il mio “battesimo” con il palco. Giravamo il Lodigiano con i nostri spettacoli. Poi nel 2005 sono partito per i villaggi turistici e quella è stata la mia gavetta: sono stato però abbastanza fortunato perchè da subito mi avevano affidato i contatti con gli ospiti e gli spettacoli serali".
In quali villaggi ha lavorato?
"D’estate al Taka di Villasimius in Sardegna e d’inverno al Planibel di La Thuile in Valle d’Aosta. Esperienze entrambe forti e formative. Ho lavorato così nei villaggi fino al 2010".
Poi?
"Nel 2010 sono entrato a far parte dell’orchestra Titti Bianchi. Siamo stati i primi a inserire momenti di cabaret tra le canzoni. Questa cosa innovativa piaceva molto e mi ha permesso di farmi notare e di cominciare, poi dal 2017, la mia carriera da solo. Mi hanno chiamato le televisioni e sono arrivati i contratti con Antenna 3 e Telelombardia. Da lì ho spiccato il volo, ma devo tutto a Titti Bianchi, con lei ho fatto anche cd di barzellette, di canzoni, di canzoni e barzellette".
Nel contesto della sua carriera, poi proseguita brillantemente, questa ormai verso il tramonto è stata una estate intensa per il suo lavoro?
"Quest’anno, a differenza di quanto avvenuto altre volte in passato, ho avuto la possibilità di selezionare di più le date. E questa è una fortuna. Ho voluto dare più importanza alla qualità che alla quantità e scegliere le date più belle come ad esempio quella di luglio nella mia Lodi. Sono molto soddisfatto della stagione, abbiamo fatto un altro passo in avanti".
Nel “Paolino Boffi Show 2024” ha inserito molte novità?
"Cerco sempre di cambiare. Altrimenti sono io il primo a stufarmi delle cose già proposte. Con me sul palco, da tre anni a questa parte, sale anche Stefano Ramella, lodigiano anche lui, e che mi fa da spalla e presentatore".
Archiviata la stagione estiva, come prosegue la sua annata?
"Dall’inizio di settembre ho ripreso anche il mio impegno in Mediaset dove mi occupo del pubblico nelle trasmissioni di Gerry Scotti. Fino a dicembre avremo 80 puntate di “La ruota della fortuna”. Poi a gennaio del prossimo anno inizierò a lavorare sulle idee per il prossimo spettacolo. E’ sempre più difficile far ridere oggi dovendo rispettare le regole del politicamente corretto: io però continuerò a proporre spettacoli da piazza, adatti a tutti e senza volgarità. Magari sì qualche doppiosenso ma nulla di più".
Cambiamo tenore e la riporto ai giorni in cui ha perso sua figlia Sara. Quanto è stato difficile salire sul palco con quel dolore nel cuore?
"È stato sicuramente faticoso. Tenete presente però che io dopo una settimana ero già dovuto salire sul palco e questo da un lato ne avevo bisogno e mi ha aiutato. Questo è il mio lavoro e se avessi lavorato in banca sarei dovuto tornare ugualmente dietro lo sportello".
Non ha mai pensato: ma io adesso come farò a presentarmi ancora davanti al pubblico a fare battute quando tutti sanno ciò che mi è accaduto?
"Questo pensiero l’ho avuto. Prima di tutto c’era il dolore per Sara, poi quello per la mia famiglia e poi i dubbi per il mio lavoro. Ma, come si dice, gambe in spalla e ho tenuto duro. Indietro non si può più tornare".
Avevate anche un’altra figlia...
"Sì Angelica che adesso ha quattro anni e mezzo. E poi da sei mesi è arrivata Gioia"
Come sta andando l’associazione che lei e sua moglie avete costituito in memoria di Sara?
"Direi molto bene. Abbiamo ricevuto tante donazioni e abbiamo donato tanto all’ospedale. Il prossimo 30 novembre all’Auditorium Bpl di Lodi tornerà il “Gran Galà della risata” con tanti comici ospiti e grazie al quale lo scorso anno abbiamo donato due importanti macchinari alla Pediatria di Lodi. Il ricavato sarà interamente devoluto e l’obiettivo di quest’anno è dotare l’ospedale Maggiore di Lodi di una stanza multisensoriale per bambini autistici o che devono affrontare altre terapie particolari. Quello del nostro capoluogo sarebbe il secondo in Lombardia ad esserne dotato. Servono molti soldi, ma siamo sicuri che con il “Gran Galà della risata” e la generosità del pubblico riusciremo a raggiungere il traguardo".