Philippe Daverio lo descriveva così: "Un pensiero anarchico e poetico. Un atteggiamento semplice e aristocratico, per cui si distaccava dalle banalità. Giuliano sapeva di avere il dono delle fantasie, aveva diritto a quell’aria di superiorità che è concessa ai poeti". A 15 anni dalla morte dell’artista Giuliano Mauri, l’Associazione a lui dedicata, nata per volontà degli eredi, apre uno spazio permanente dedicato al “Poeta della Natura”, che occuperà le scuderie del seicentesco Palazzo Barni nel centro di Lodi, in corso Vittorio Emanuele, a cinque minuti dalla stazione. Lo spazio ospiterà la collezione d’archivio dell’artista ed è pensato come luogo di racconto, di studio, di
didattica, di restauro e di memoria, legati alla relazione uomo-natura attraverso l’arte di Mauri.
L’archivio è composto da oltre mille opere che raccontano, nella loro unicità, l’intero percorso artistico di Mauri: quadri, disegni, progetti, neon, vetri, tele di canapa grezza, fotografie, video, prototipi di opere realizzate nell’ambiente. Segue poi l’archivio cartaceo, composto da riviste, pubblicazioni, lettere, testi, tesi di laurea.
Il primo allestimento, realizzato per l’inaugurazione prevista a primavera, tocca ogni fase della vita artistica di Mauri - anche quelle meno conosciute - dagli anni ‘60 con le prime opere di stampo militante alle Cattedrali Vegetali e rimarrà esposto fino a dicembre 2024. Dal 2025 lo spazio sarà diviso in due sezioni, una permanente con le opere principali dell’artista e una in movimento dove, attraverso una programmazione studiata, verranno presentate esposizioni tematiche e di approfondimento dedicate alla vita e all’arte di Mauri, che restituiranno il suo pensiero e la sua filosofia, più che mai attuali.
L’obiettivo principale è rendere pubblico e fruibile l’archivio dell’artista, finora rimasto privato e aperto solo su appuntamento, dando la possibilità di conoscere le opere e il pensiero di Mauri, in modo diverso rispetto a quanto fatto sin d’ora: approfondendo la sua arte e la sua poetica naturale, attraverso la visione diretta delle sue opere, consentendo una collaborazione diretta e stretta con le scuole, studenti, critici e storici, che avranno la possibilità di studiare la filosofia dell’artista.
Un’occasione per comprendere meglio come l’arte di Mauri riesca ad avvicinare l’uomo alle proprie origini, promuovendo un dialogo tra uomo e natura attraverso la poesia dell’arte. Uno spazio di 130 metri quadrati abbastanza grande da permettere di presentare in maniera esaustiva la sua opera e il suo pensiero, e nello stesso tempo sostenibile dall’Associazione.
Principale sostenitore del progetto è la Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, accanto alla Fondazione Banca Popolare di Lodi con un importante contributo, mentre a sostenere il progetto sono Comune di Lodi, Fondazione Castello di Padernello e donatori privati.
Il tributo sacrosanto a un artista visionario, avanti di anni rispetto ai tempi nella sua inesausta ricerca: non a caso Mauri è stato il primo artista italiano entrato a far parte del Movimento Europeo “Art In Nature” nato nel 1981 grazie all’incontro tra i critici d’arte Vittorio Fagone e Dieter Ronte. I primi artisti che aderiscono a questo movimento sono appunto tre: Mauri, Considerato l’artista ambientale più importante del secondo ‘900 italiano, Nils-Udo e Herman Prigann.