I diritti dei disabili. Cerchiamo vera amicizia oltre le etichette e la “solita“ inclusione

Progetti che coinvolgono sia studenti che ragazzi ospiti del centro "Basta retorica, solo questo migliora la qualità della vita di entrambi".

I diritti dei disabili. Cerchiamo vera amicizia oltre le etichette e la “solita“ inclusione

I diritti dei disabili. Cerchiamo vera amicizia oltre le etichette e la “solita“ inclusione

L’idea del viaggio, del superamento dei confini che la società troppo spesso impone. È l’obiettivo di ‘Oltre’, il nuovo progetto di Fondazione Danelli, realtà da sempre accanto alle persone con disabilità e alle loro famiglie, che in occasione dei 30 anni dalla nascita ha ampliato i suoi orizzonti. "L’idea dell’oltre il ‘dopo di noi’– ha spiegato all’agenzia Dire il suo direttore, Francesco Chiodaroli – è lavorare ‘insieme per il loro futuro’. Il senso del nostro operato è supportare mamme e papà durante la crescita dei loro figli con disabilità, affinché tutti insieme si garantisca loro un futuro di relazioni e partecipazione, superando l’ansia che si può originare nei genitori al pensiero di sapere i figli ‘soli’ quando loro non ci saranno più. La nostra realtà è integrata con Lodi e le istituzioni. Solo così pensiamo possa esserci un progetto di vita per i ragazzi". Da una residenza con 21 posti, in via Gorini, la Fondazione Danelli è passata a 31. Nel 2006 è stato inaugurato il Centro Polifunzionale. "Oggi contiamo 200 minori in trattamento per la parte riabilitativa. Forniamo risposte sia alle persone con problemi di tipo neurologico sia a ragazzi con autismo – ragiona Chiodaroli –. Oltre il centro residenziale in via Gorini (a Lodi ndr) e i servizi riabilitativi all’Albarola, abbiamo un centro diurno dedicato alla disabilità acquisita". Ma la novità è la ‘cascina Caselle’ con il suo meraviglioso parco. "In futuro nella stessa area potrebbe sorgere, e in parte lo stiamo sperimentando, un vero polo occupazionale specializzato nel campo della ristorazione che veda impiegati gli ospiti del nostro centro".

Alla radice di tutte le scelte, c’è il “No“ all’inclusione intesa come incontro tra ‘normali’ e ‘diversi’. Perché disabilità e inclusione sono due parole oggi sulla bocca di tutti, anche un po’ di moda, ma per Chiodaroli "inclusione è un bel termine, ma sembra voler dire: prendo una persona ‘diversa’ e la ‘inglobo’ nel cerchio dei ‘normali’. Ma cosa si vuole intendere? La nostra idea è andare oltre queste categorizzazioni e lavorare alla costruzione di una vera relazione. Le persone sono tutte uniche e speciali anche se non hanno una salute ‘piena’. Bisogna andare oltre un limite e valorizzarlo".

I nuovi progetti. "Per questo da anni – incalza Chiodaroli – attiviamo con gli studenti delle scuole, selezionati e ‘formati’ da noi, la possibilità di allacciare rapporti sinceri e di amicizia con ragazzi con disabilità. È bellissimo perché gli studenti-amici non offrono un ‘aiuto’ o un ‘servizio’ ma amicizia pura e questo migliora la qualità di vita sia dei ragazzi normodotati che con disabilità". E ancora: "Per reclutare i ragazzi andiamo nelle aule magne, organizziamo assemblee e presentiamo questi progetti che hanno a che fare con la disabilità, soprattutto con l’autismo. Il progetto di amicizia richiede serietà anche perché l’aspettativa nel ragazzo fragile non può essere delusa. La cadenza di questi incontri è di due ore a settimana, le attività vengono decise dai ragazzi. All’inizio ci si avvale del supporto dei terapisti, poi si confrontano da soli e possono organizzare pizzate, passeggiate, partite al bigliardino. Lo scopo è sempre superare il pregiudizio del ‘poverino’, della diffidenza della non conoscenza".

Il ‘club’. "All’interno della nostra realtà stiamo sviluppando il ‘Club’, progetto che mira a sviluppare nei ragazzi con disabilità dai 15 anni in su interessi che potrebbero sboccare lavoro. Sono invitati a scegliere un progetto, ruoli, materiali, attività funzionali per promuovere una vita autonoma garantendo loro un futuro. La Cascina sta dotando l’area ‘Club’ con macchinari adatti per realizzare pizza, gelato o per cucinare il riso. L’idea è attivare la collaborazione tra artigiani del territorio e i nostri ragazzi per far capire loro se una loro passione può diventare un lavoro vero da grandi".