Ivan Croce espone "Preistoria dell'ignoto" alla Fondazione Banca Popolare di Lodi

La mostra "Preistoria dell'ignoto" di Ivan Croce apre a Lodi, esplorando collages e surrealismo fino al 14 maggio.

La mostra "Preistoria dell'ignoto" di Ivan Croce apre a Lodi, esplorando collages e surrealismo fino al 14 maggio.

La mostra "Preistoria dell'ignoto" di Ivan Croce apre a Lodi, esplorando collages e surrealismo fino al 14 maggio.

Torna la rassegna “Arte in Atrio“ promossa dalla Fondazione Banca Popolare di Lodi nella sede operativa di via Polenghi Lombardo - Spazio Tiziano Zalli. Protagonista dell’edizione 2025 che rimarrà visitabile da domani fino al 14 maggio è Ivan Croce, 54 anni, originario di Casalpusterlengo. Il titolo della rassegna è “Preistoria dell’ignoto”. La mostra, che è stata curata da Mario Quadraroli e Mario Diegoli viene inaugurata domani alle 17. Questa i momenti più importanti della carriera di Ivan Croce. A livello universitario aveva svolto opera di ricerca in ambito filosofico-scientifico tra Milano e Parigi. Nel 2002 ha pubblica una raccolta di scritti poetici intitolata “Rapsodie fiammeggianti” con la collaborazione di alcuni artisti contemporanei. Si è occupato poi di critica d’arte in ambito pittorico moderno-contemporaneo e ha svolto opera di approfondimento e divulgazione delle principali tematiche della Filosofia della scienza in alcuni istituti di scuola superiore. Dal 2007 è stato autore di collages. Diverse le mostre collettive con autori di rilievo come Sergio Dangelo, Jean Jacques Lebel, Pierre De la Senne, Renato Volpini ecc. Nel 2013 con i poeti visivi Fernanda Fedi e Gino Gini ha realizzato un libro d’artista dedicato al poeta-combattente René Char dal titolo “L’istant exstatique de la comete’ Char” edito da Quadrige Art Contemporain di Nizza. Nel 2017 ha invece realizzato una personale per celebrare dieci anni di attività artistica a Palazzo Zanardi Landi di Guardamiglio. L’esposizione era intitolata “I colori del vento”.

"Avevamo lasciato Ivan Croce, filosofo e artista italiano, mentre “giocava a rifare il mondo” nel lontano 2017 e alla sua bella antologica “I colori del vento” - scrivono di lui i critici –. Qualche “lenta cometa” è passata e oggi, “senza attardarsi nel solco delle soluzioni”, ritorna come un avenger surrealista in questo spazio/Arte in Atrio a Lodi con una mostra dal titolo suggestivo: “Preistoria dell’ignoto”. Si tratta di una ricognizione a tutto campo dei suoi principali lavori, “collages”, “objets tactiles” e disegni vari, sempre tesi a ricercare quella dimensione zenitale cara ai suoi due amici/maestri, Sergio Dangelo e Jean J. Lebel (con i quali si è confrontato attivamente), e cara a tutto il surrealismo: L’Altrove. Come nelle pagine della “Storia dell’eternità” dello scrittore argentino Borges, un titolo fascinoso e allo stesso tempo misterioso poiché nessuno si aspetta che l’eternità (come l’ignoto) possa avere una storia (o una preistoria!). Tuttavia chi conosce Croce sa che ama inserire nelle sue opere, e nei titoli, elementi paradossali per esprimere una nozione nel contempo ossimorica e prismatica. Difatti il nostro vuole evocare quella dimensione dell’ignoto, quel primordiale istante per acciuffarlo e trasmetterlo mediante sogni e fini ironie, senza sacrificare al gioco il rigore della forma e degli equilibri. Con un eclettismo polifonicamente colto riesce a mutare un frammento comune in un’opera d’arte, semplicemente “giocando”, come sempre, “…a rifare il mondo”. Ma tentare di trattenere ciò che non si può trattenere significa inseguire quella scintilla primordiale che “graffia” il reale con l’immaginazione persistente di un intermittente e pulsante mistero.