Marginale? Non propriamente. Perché è vero, i numeri confermano il suo ruolo di Pollicino nella Lombardia sempre più in evidenza tra le grandi terre del viticoltura italiana. Ma la micro-regione collinare che emerge nel bel mezzo della Bassa lodigiana è ormai una meta elettiva della community di wine lovers e cultori del ”bere bene”. E infatti, le vigne di San Colombano al Lambro non mancano di prendersi i giusti riflettori tra le pagine delle maggiori Guide di settore appena sbarcate in Rete e sugli scaffali delle librerie, consolazione non da poco per il micro-territorio dove viene prodotto il famoso “vino di Milano”, dopo un’annata e una vendemmia 2024 maltrattate da un meteo ostile. Con un primo e significativo dato: l’evidente unanimità tra le diverse pubblicazioni nell’assegnare i pieni voti ad una cantina, la “Banino” di Antonio Panigada. Lo fa la “Guida Oro – I Vini di Veronelli”, considerata una referenza per autorevolezza e capacità di stabilire valore e qualità dei produttori divino, che celebra l’azienda di via Vittoria 13 per "la grande attenzione e sensibilità ambientale" e per "i vini d’espressione dell’annata e fedeli al terroir, nonché capaci di evolvere nel tempo".
In modo particolare, tra un Banino Uva Rara rosato, un Banino Frizzante e un passito Aureum Malvasia di Candia Aromatica, la Veronelli accende i riflettori sul Rosso Riserva “Vigna La Merla”. Ancor più generosa la pubblicazione “Il Golosario Wine Tour” di Paolo Massobrio e Marco Gatti che segnala quattro realità giudicate particolarmente meritevoli tra le colline vitate di San Colombano: quella appunto di Antonio Panigada, "grazie ai suoi vini – si legge – dalla personalità spiccata che si distinguono nell’eccellenza". Ma anche l’azienda “Nettare dei Santi” della famiglia Riccardi segnalata per i vini “Verdone” (rosso da uve barbera, con croatina, cabernet sauvignon e merlot) e Rosso Riserva Mombrione; la “Poderi San Pietro”, bandiera della zona compresa tra San Colombano, Graffignana e Miradolo Terme, con le sue iconiche etichette “Monastero di Valbissera” e “Cà della Signora”; e la piccola azienda vitivinicola guidata da Carlo Giovanni Pietrasanta, apprezzata dagli estensori della guida per l’accoglienza enoturistica, l’ospitalità e le degustazioni.
Infine, illuminante la “Slow Wine 2025” che rende omaggio all’area vitivinicola di San Colombano per la sua visione "affascinante e romantica" e che si allinea alle altre guide nel dare spazio e visibilità ad un’impresa vitivinicola considerata più elettiva di altre. È sempre lei, quella di Antonio Panigada, elogiata per la sua capacità "di valorizzare la qualità dell’uva affinché nei vini si possa trovare la massima espressione territoriale" e per i suoi pregevoli “Rosso 2022”, “Rosso Riserva Vigna La Merla”, “Passito Aureum 2021” e “Uva Rara 2023”. Un 2024 da ricordare per Antonio Panigada. A pochi mesi dalla Gran Medaglia d’Oro al Concorso Internazionale delle Città del Vino ricevuta a Roma in una cerimonia al Campidoglio, incassa un riconoscimento più che gratificante anche dalla “Slow Wine”: il premio “Moneta” come miglior cantina dell’intera Lombardia per rapporto “qualità/prezzo”. Di questi tempi vale più di un solenne complimento.