BEPPE CREMASCHI
Vivere Lodi

La gloria dell’oro bianco. Dal biroccio ai camion: quei “menalatt“ in fabbrica

La storia del latte e l’ascesa della Polenghi dall’attuale Bpl a San Grato. Nello stabilimento di Lodi lavoravano 900 dipendenti, soprattutto donne.

La gloria dell’oro bianco. Dal biroccio ai camion: quei “menalatt“ in fabbrica

Nel 23 novembre 2001 il giornalista Cremaschi raccontò sul Giorno l’epopea del latte

Chi fa il latte? "Le mucche e la Polenghi". Risposta bizzarra come chi la pronunciava, ma per niente disancorata dalla cronaca, perchè il latte, prima di approdare nelle case dei lodigiani, aveva un percorso obbligatorio: dalla stalla alla fabbrica della Polenghi Lombardo. La grande "latteria" con la ciminiera che bucava l’orizzonte urbano era entrata in funzione davanti alla stazione ferroviaria all’alba del 1900. E qui ci sarebbe rimasta fino all’ammainabandiera del 1984, quando lasciò definitivamente spazio al mega centro direzionale della Banca Popolare di Lodi, per trapiantare tutte le proprie radici a San Grato. Nuova sede per una vecchia storia, sembrava. Ma così non è stato, perchè oggi, a Lodi, a fare il latte non sono più solo in due: le mucche si lasciano sempre mungere, d’accordo, ma la Polenghi è solo la lontana parente dell’azienda che fu. L’avevano fondata a Codogno, nel 1870, Pietro e Paolo Polenghi, due fratelli che amavano precorrere i tempi, tanto da aprire a Londra, nove anni dopo il debutto societario, una filiale per l’esportazione di burro lombardo e in rapida successione la sede di Lodi e una miriade di stabilimenti nel Lodigiano (Secugnago, San Fiorano, Codogno, Casalpusterlengo), nelle province di Cremona, Piacenza, Modena e Vicenza.

Lavorazione del latte con tecnologie innovative e una fittissima rete commerciale, non solo in Italia ma in ogni parte del mondo, Sudamerica e Indie orientali comprese: il marchio Polenghi Lombardo era il biglietto da visita di una Lodi capace di trasformare il suo "oro bianco" in prodotti d’alta qualità. Le farine lattee Miranda, il burro col superlativo Optimus sull’etichetta, le caramellemattoncino Galatine, fin dal ’54 il latte a lunga conservazione Stella con le sue variazioni in grasso e in magro. E poi montagne di mascarpone, crescenze e caciotte, anche i provvidenziali parallelepipedi di Pi Elle, il formaggio fuso che in tempo di guerra e di primi passi nella pace aveva risparmiato a tante pance vuote un nuovo buco alla già ultrasforacchiata cinghia dei pantaloni. Era un catalogo, quello della Polenghi Lombardo, da azienda leader. Nello stabilimento di Lodi lavoravano 800-900 persone. Moltissime erano le donne con cuffiette e camici bianchi. Tre volte alla settimana partivano dalla stazione treni carichi di latte. E tutte le notti i "menalatt", prima col biroccio poi coi motofurgoni ed i camion-cisterna, rifornivano di materia prima la grande fabbrica.