L’ex Linificio di Lodi di piazzale Forni si appresta a diventare un “Opificio della Cultura”. L’investimento è finanziato con 18,5 milioni di euro messi a disposizione dai fondi Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) e con 2,5 milioni messi a disposizione dal Comune. Per riuscire a completare tutti gli interventi previsti mancano all’appello 5 milioni di euro. In quello che una volta era il canapificio nazionale troveranno spazio un polo museale e polifunzionale aperto al pubblico e una zona designata ad ospitare il nuovo Archivio Storico del Comune di Lodi. Ma anche un auditorium, spazi di coworking, caffetteria e aree da adibire a mostre temporanee, laboratori creativi e artistici. Contributo fondamentale per arrivare ai traguardi fissati viene fornito da “OGB studio” di Roma fondato da Laura Scrimieri e Riccardo Hopps, da oltre 10 anni specializzato in certificazioni ambientali che in questo caso cura anche la progettazione, insieme allo studio veneziano Apml Architetti Pedron /La Tegola. La realizzazione è invece affidata all’impresa di costruzioni “Ricci Spa” di Roma. Questo progetto pubblico beneficerà dei fondi del Pnrr e, come previsto dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, deve sostenere interventi che contribuiscano ad attuare l’Accordo di Parigi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Il criterio cardine per accedere a tali finanziamenti è quello di un progetto che rispetti i più alti standard di sostenibilità definiti dal principio del DNSH (Do Not Significant Harm) e cioè che non arrechi nessun danno significativo all’ambiente. Una volta terminati i lavori, da previsioni a marzo 2026, l’edificio pur conservando la qualità e la memoria dello spazio industriale dismesso offrirà nuovi spazi quali uffici, sala lettura, sala mostre temporanee ed archivi al piano interrato. Il piano rialzato ospiterà il Museo, l’auditorium, uffici e sala lettura, laboratori, sale mostre temporanee, un bar e il ristorante; il piano soppalcato ospiterà laboratori ludici.
Proprio là dove un tempo 200 operai facevano turni di undici ore (poi negli anni Cinquanta erano 1.600 i dipendenti) e oggi giace un rudere industriale dal 1967. Sono oltre dieci anni che Lodi reclama questo recupero e l’ex linificio che sorge dal 1909 lungo i binari della Milano-Piacenza dovrà diventare un polo della cultura destinato ad ospitare i beni artistici della città, le ceramiche storiche, gli oltre 300 quadri, fra cui molti Piazza, grande bottega del ‘500 Lombardo, e due Hayez, un locale per aggregare le persone e spazi per le conferenze. All’inaugurazione sarà pronto il locale dell’Archivio con documenti antichi fino al 1300. Nei cinquantamila metri quadrati del complesso ci sono già Poste, liceo artistico, ufficio tecnico del Comune, Agenzia delle Entrate, Centro di formazione professionale, Cisl, cui si affiancherà lo Spazio polivalente. "La nostra analisi – spiegano i titolari di “OGB studio” Laura Scrimieri e Riccardo Hopps – è iniziata dalla comparazione tra il progetto a base di gara e il progetto esecutivo, individuando soluzioni per migliorare significativamente tutti gli indici ambientali al fine di ridurre l’impatto dell’edificio. Una parte importante del progetto è stata dedicata al rispetto dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) del Ministero dell’ambiente e, in linea con i principi dell’economia circolare, è stata condotto il Life Cycle Assessment dell’edificio, valutandone l’impronta ambientale lungo l’intero ciclo di vita. Tutti i materiali utilizzati contengono una percentuale di riciclato e un basso contenuto di voc, composti organici volatili, assicurando così un impatto ambientale ridotto e un uso più efficiente delle risorse e, infine, uno studio dell’illuminazione naturale per conservare le ampie vetrate nel rispetto dei limiti della sovrintendenza". "È importante sottolineare che i criteri CAM presentano regole più restrittive essendo dei requisiti obbligatori di gara che il 100% degli appalti pubblici devono rispettare. A differenza delle certificazioni che sono volontarie". "Dopo aver dedicato più di dieci anni a progetti di restauro e recupero – aggiunge l’architetto Laura Scrimieri –, consapevole del fatto che la consegna al futuro del patrimonio esistente dipende dalla possibilità di mantenerlo in uso, ho scelto di approfondire i temi della sostenibilità ambientatale proprio come valore aggiunto imprescindibile anche nel campo della riqualificazione architettonica. Partecipare ad un progetto significativo e rappresentativo come quello dell’ex linificio di Lodi, emblema di archeologia industriale da restituire ai cittadini in una nuova veste dalle performance ambientali così elevate è il coronamento di percorso professionale!".
L’architetto Riccardo Hopps ricorda che oltre al progetto, per poter parlare di reale sostenibilità, è essenziale la fase di cantiere. "Ad aprile 2024 sono iniziati i lavori di ristrutturazione – conclude –, con l’obiettivo del completamento entro marzo 2026, e anche questa fase deve rimanere allineata con i principi ambientali della corretta gestione delle attività di cantiere, monitorando e riducendo gli impatti, la produzione dei rifiuti, l’avvio a recupero e riciclo, oltre alla corretta applicazione di tutte le scelte progettuali".