Lodi, sono tazza di te!. L’arte di bere con creatività

Vivaci, divertenti, innovative o inquietanti. Ma sempre da ammirare con gusto. Ventisei donne (e dodici uomini) alle prese con un oggetto da reinventare. .

Lodi, sono tazza di te!. L’arte di bere con creatività

Vivaci, divertenti, innovative o inquietanti. Ma sempre da ammirare con gusto. Ventisei donne (e dodici uomini) alle prese con un oggetto da reinventare. .

Dopo il successo della prima edizione di “Sono tazza di te!” – che tra 2021 e 2022 ha viaggiato per l’Italia, da Milano a Lugano, Vietri sul Mare e Faenza, fino ad Albissola Marina – questa seconda edizione “coi baffi” avrà due tappe: la prima alla Fabbrica del Vapore a Milano da oggi al 30 ottobre e la seconda a Lodi nell’ex Chiesa dell’Angelo dal 14 dicembre al 26 gennaio.

In mostra tazze progettate da 26 donne – il tema libero senza vincoli di dimensione, materiale, funzione –, e 12 “special guests“ da quasi tutta l’Italia che hanno proposto affascianti e inaspettate “tazze salva baffo”, rileggendo l’estetica vittoriana in chiave contemporanea. E a loro si è chiesto di donare il propria creazione per supportare la Fondazione Archè che dal 1991 accoglie nelle tre comunità madri e bambini in difficoltà aiutandoli a riprogettare un futuro migliore. L’idea è nata dalle “Mustache Cups” ottocentesche: nel 1860, l’inglese Harvey Adams inventò una tazza con una staffa a mezzaluna per proteggere l’“onor del labbro” di quei gentiluomini che sfoggiavano, e curavano, quei loro straordinari baffi che all’ora del tè correvano il rischio di afflosciarsi, sciogliendosi la cera che li modellava.

In mostra allora la curiosa collezione privata di Carlo Filosa, raffinato amatore padovano di questa inedita tipologia di “oggetto d’uso”, composta da più di cento pezzi raccolti in oltre 30 anni.

Gli special guests sono Giancarlo Cazzaniga, Michele Cuomo, Guido De Zan, Giorgio Gurioli, Alessandro Iudici, Pasquale Liguori, Andrea Marconi, Marco Pisati, Carlo Pizzichini, Alberto Maria Prina, Andrea Salvatori e Maurizio Tittarelli Rubboli.

Tra le progettiste donne, alcune erano già alla prima edizione, numerose le new entry: particolari i diversi approcci e linguaggi usati per creare le tazze e soprattutto per le tipologie di materiali usati: riciclati e di scarto, ghiere di plastica, fili di rame argentato, fascette di cablaggio, filo di cotone cerato, lane, marmo, acciaio, ferro, vetro, terre.

E allora Silvia Bianchi, Claudia Botta, Flora Caroli, Donatella Carollo, Laura Cavestro, Erika Chinaglia, Laura Cristinzio, Sarah Dalla Costa, Varvara Erikhova, Luisa Ferrara, Gloria Gianatti, Mariacristina Giobbi, Anna Giuli Del Monte, Ilaria Grimaldi, Rosanna La Spesa, Cinzia Li Volsi, Maria Maddalena Manna, Francesca Mo, Marzia Mucchietto, Floriana Pastore, Karin Putsch-Grassi, Valeria Eva Rossi, Livia Sciorilli Borrelli, Claudia Tagliaferro, Eliana Valenti, Teresa Vella.

Un cameo in mostra, che anticipa la seconda tappa a Lodi dal 14 dicembre al 26 gennaio, è la presenza di pezzi di ceramica artistica lodigiana firmata dalla manifattura “C.A.L.” (Ceramica Artistica Lodigiana), fondata nel 1981 da Angelo Pisati e Giovanni Minetti, realizza ancora una produzione dai decori all’italiana e alla francese che si distinguono per la policromia vivacissima, il disegno eclettico, l’accostamento indovinato dei colori.