
Roberto Rampinelli e la sua “Norma“, 2018, una delle opere esposte a Lodi
Una narrazione visiva capace di rivelare più di quanto lo sguardo possa percepire, una poetica silenziosa dove gli oggetti quotidiani parlano un linguaggio universale, diventando enigmi, motivi di riflessione e mezzi per entrare in una dimensione altra, fuori dalla routine.
Nello spazio Bipielle Arte dal 28 marzo al 21 aprile la mostra dell’artista Roberto Rampinelli dal titolo “Sguardi”, curata da Simona Bartolena.
“Sguardi” è un’antologica con oltre 80 lavori a coprire quarant’anni di ricerca, dal 1985 al 2025, dove la grafica riveste un ruolo centrale nell’opera di un artista tanto raffinato quanto complesso e coerente, che ha trovato nella carta un alleato prezioso, usandola per esprimere la sua creatività e sulla quale ha saputo mescolare con grande libertà e maestria disegno, tecniche di stampa e pittura.
I lavori di Rampinelli non sono solo rappresentazioni del mondo visibile, ma diventano spazi metafisici, dove si manifesta un’intensa indagine psicologica e emotiva. Luce, colore e segno sono i protagonisti di un dialogo che non si limita a riflettere la realtà, ma la trasforma.
La tecnica incisoria, campo di esplorazione privilegiato dell’artista, con la sua capacità di trattenere e fissare l’impronta del gesto gli permette d’altronde di dar vita a immagini che sembrano emergere da una tensione interiore. Qui il segno si fa più deciso, ma sempre con una ricerca di equilibrio: ogni incavo nella matrice è pensato per costruire una trama visiva che parli alla sensibilità di chi osserva.
"C’è una continuità esemplare nella ricerca di Rampinelli – Sottolinea Simona Bartolena – un filo rosso che unisce tutti i lavori, che li rende, sebbene figli di stagioni diverse, tutti frammenti di un solo grande paesaggio: il paesaggio dell’anima di un artista poetico e profondo, che sfiora le piccole cose quotidiane e le trasforma in icone silenziose, avvolte da un’aura di magia. Roberto entra ed esce dalle diverse tecniche, le mescola, le sovrappone, le confonde. Non ha importanza che si tratti di tempera, olio, matita, inchiostro da stampa: la scelta della tecnica è finalizzata all’esito che egli desidera ottenere, nella massima libertà, nella più completa confidenza con i diversi strumenti".
L’esposizione si apre con due opere giovanili realizzati nella seconda metà degli anni ’80 e si chiude con un lavoro del 2025, e in tutti i casi compare la figura umana, elemento raro nelle opere di Rampinelli: “Impronta” (1985) e “Angeli” (’90) a tecnica mista su base litografica, e “L’uomo e la montagna” (2025) in tecnica mista su carta antica.
Nel mezzo 25 anni di lavori che evidenziano come la ricerca di Rampinelli, nelle incisioni così come nei dipinti, sia esteticamente ispirata da Piero Della Francesca e dalla pittura quattrocentesca italiana, ma anche dalla lirica metafisica di De Chirico, Carrà, Morandi.
La natura morta è uno dei temi predominanti nell’opera di Rampinelli, e le sue composizioni con oggetti, frutti e fiori raccontano le ragioni più profonde della sua ricerca artistica, nella quale scorre sempre la vita. Opere che mantengono atmosfere silenziose e sospese pur immergendosi nella realtà quotidiana, ma che riescono a sfuggire alla banalità del quotidiano, arricchendosi di una dimensione magica e, a tratti, metafisica.