TIZIANO TROIANELLO
Vivere Lodi

Una vita tra giornali e riviste: "Io, da quarantatré anni edicolante e cartolaio. E non mi voglio fermare"

Codogno, Andrea Martinelli è l’esercente storico della città nella sua categoria "Amo il rapporto quotidiano con i miei clienti. Ho visto cambiare la società".

Codogno, Andrea Martinelli è l’esercente storico della città nella sua categoria "Amo il rapporto quotidiano con i miei clienti. Ho visto cambiare la società".

Codogno, Andrea Martinelli è l’esercente storico della città nella sua categoria "Amo il rapporto quotidiano con i miei clienti. Ho visto cambiare la società".

È l’edicolante più “longevo” di Codogno. In oltre quarant’anni di attività ha potuto vedere giorno dopo giorno come è cambiata la società, ma anche la stessa città di Codogno. Ed è stato anche uno dei “baluardi” dell’informazione in pieno periodo Covid quando l’epidemia stava divampando e c’era bisogno come non mai di saperne di più di quel virus fino ad allora sconosciuto che stava facendo morire le persone senza che avessero gli strumenti per difendersi. Andrea Martinelli, nato a Pescorocchiano (comune oggi di circa 1.800 abitanti in provincia di Rieti), il 7 settembre del 1948, gestisce l’edicola e cartolibreria di viale Resistenza dal 1982. Un “bazar” dove si può trovare di tutto: oltre ai quotidiani e alle riviste, giocattoli, figurine, biglietti di auguri, quaderni ma anche attrezzature sportive solo per fare qualche esempio. Per tutti è “Andrea”. È sempre stato un punto di riferimento soprattutto per i residenti del quartiere Don Bosco, ma non solo. Da giovane era stato carabiniere. "Mi piaceva girare e fui mandato a Roma, Napoli, Olbia, di nuovo a Napoli, Bolzano, Merano, Milano, Roma e poi a Codogno - racconta -. Qui poi. per quattro anni, ho prestato servizio anche in altre caserme della zona come Guardamiglio, Castelnuovo Bocca d’Adda, Castiglione d’Adda e San Colombano al Lambro". Nel 1972 poi una prima svolta. Lascia la divisa e va a lavorare alla raffineria Gulf di Bertonico. "Facevo il centralinista e lo stipendio era il triplo rispetto a quello da carabiniere" spiega. Alla Gulf ha lavorato dieci anni, nel frattempo è riuscito anche a diplomarsi ragioniere, poi la raffineria ha chiuso. "A quel punto ho lavorato come guardia notturna a Cremona per un istituto privato per due anni - aggiunge -, poi come portinaio per la Guardamiglio Carni nelle sedi di Guardamiglio e Piacenza per cinque anni. Nel frattempo però, già dal 1982, ero diventato socio della cartolibreria di viale Resistenza a Codogno prima con un mio ex collega della Gulf, Salvatore Della Monica, e poi due anni dopo con mia moglie Alda Balbarani. Portavo avanti entrambi i lavori. Dal 1990 ho lasciato il lavoro alla Guardamiglio Carni e sono diventato cartolaio ed edicolante a tempo pieno".

Che ricordi ha dei primi tempi?

"Allora non c’erano supermercati e internet. Avevo clienti da 0 a 90 anni. Conoscevo le persone da quando erano proprio bebè e i genitori venivano a comprargli i primi giochini e poi li seguivo nella crescita. Gli davo i libri, i quaderni e le penne quando andavano a scuola. E poi gli vendevo i giornali quando diventavano adulti. Conoscevo tutti per nome. Adesso la mia clientela si è ridotta a due fasce: i nonni e i nipoti. È quasi totalmente sparita la fascia delle persone in attività lavorativa: si informano su internet e fanno acquisti sul web".

E il lavoro come è cambiato?

"I giornali arrivano sempre attorno alle sei del mattino. Ai primi tempi i clienti iniziavano a entrare già a quell’ora. C’era chi andava in stazione o a prendere la corriera per andare a lavorare a Milano e passava a prendere il quotidiano. Poi, poco più tardi, c’erano gli studenti. Qui vicino c’è una scuola professionale (l’Ambrosoli, ndr) e i ragazzi prendevano il giornale. Ma anche docenti e bidelli. Adesso neppure loro vengono più. E, non essendoci più quell’afflusso alle sei del mattino, anche io “apro bottega” con orari più comodi".

In edicola i bambini correvano anche a prendere le figurine...

"Quarant’anni fa c’erano quelle dei calciatori per i maschietti e quelle della Barbie e dei Cucciolotti per le femminucce. Adesso quelle dei calciatori si sono ridotte. E dagli anni Novanta si sono affacciate sul mercato le carte da collezione “Yu-Gi-Oh” e dei “Pokemon".

Cosa ricorda del periodo del Covid?

"Sono stati giorni drammatici quelli dal 20 febbraio 2020 in poi. Noi siamo rimasti chiusi pochissimo (la riapertura delle edicole era stata chiesta immediatamente a gran voce nel rispetto dell’articolo 21 della Costituzione dall’allora direttore de Il Giorno Sandro Neri attraverso una telefonata all’allora prefetto di Lodi Marcello Cardona e, grazie anche al successivo intervento dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, era stata ottenuta dal 27 febbraio, ndr). E, se devo trovare un lato positivo, posso dire che con il divieto di allontanarsi da 250 metri da casa ho recuperato clienti che non potevano più raggiungere il centro. Per rispettare il distanziamento avevo sistemato le cassette dei giornali davanti al bancone".

Lei, oggi a 77 anni, potrebbe starsene a casa a fare il nonno a tempo pieno dei suoi due nipotini. Perchè continua a lavorare?

"Tecnicamente sono in pensione. Ma continuo a fare l’edicolante e il cartolaio perchè l’attività mi piace. Abito qui vicino e non mi pesa. Poi mi piace stare a contatto con le persone e con il mondo dell’informazione. Nelle pause della giornata leggo tutte le notizie. Vado avanti e non intendo smettere, finchè la salute me lo permetterà".

Come è cambiata Codogno in questi anni?

"Prima c’era più socialità. Una persona la incontravi quattro o cinque volte al giorno: dal panettiere, in posta, in Comune, dal macellaio. Adesso è tutto diverso. C’era un detto che “a Codogno ci si parlava guardandosi negli occhi”. Era una peculiarità che non si trovava da altre parti. Ora non ci si conosce più nemmeno tra condomini. E dal Covid la situazione è peggiorata".

C’è futuro per il lavoro di edicolante?

"Credo proprio di sì. Anche qui, nella mia realtà, il locale è grande e si possono offrire nuovi servizi legati a internet e alle nuove tecnologie".

Lei dà proprio l’idea di amare il suo lavoro e questo posto che è un bazar dove si può trovare di tutto e di più..

"È così. Io in passato ero una persona molto ordinata. Ma adesso questo disordine, all’interno del quale io comunque ritrovo tutto quello che ho, mi rallegra la giornata. Mi sento come un bambino in una cameretta piena di giocattoli".