Si infittisce il mistero sulle presunte violenze sessuali perpetrate dal regista canadese, anche Premio Oscar, Paul Haggis nei confronti di una donna inglese di 28 anni in un bed&breakfast di Ostuni in Salento dove Haggis avrebbe dovuto partecipare a un festival di cinema. Il regista, che nei giorni scorsi era stato fermato a Brindisi, rimarrà agli arresti domiciliari in una masseria ancora per qualche giorno, finché non si sarà svolto l'incidente probatorio. Stando alla denuncia della donna, raccolta dagli agenti all'alba del 15 giugno che l'avevano soccorsa "in stato confusionale" nell'aeroporto di Brindisi dove il regista l'aveva lasciata poco prima, da domenica 12 giugno, per i tre giorni consecutivi, lui l'avrebbe costretta a subire rapporti sessuali non consenzienti. Nel racconto, contenuto nell'ordinanza, la donna ha riferito anche che per tre volte si sarebbe allontanata da lui, sempre durante il giorno, confidando le presunte violenze subìte prima a un medico, poi a una farmacista e anche a diversi amici.
Poi tutte le volte sarebbe tornata in albergo per stare ancora con il regista. È lei stessa a spiegarlo al medico dell'ospedale di Ostuni con il quale si sarebbe confidata sin da subito. Dopo essersi fatta medicare a seguito del primo presunto episodio di violenza, la 28enne ha riferito nella denuncia di aver deciso "di scrivere e far leggere al medico due bigliettini", ma poi li avrebbe "cestinati per timore che giungesse Haggis". Il medico, letti i biglietti, le avrebbe chiesto, stando al racconto della donna, «"e si sentisse sicura a rientrare in struttura con l'uomo e lei trovandosi da sola in Italia e quindi non sentendosi sufficientemente protetta, minimizzava l'accaduto nella speranza che Haggis iniziasse davvero una relazione amorosa con lei". Quello che dal racconto della donna emerge, stando all'ordinanza, che ogni volta la donna torna sperando appunto in una relazione sentimentale col regista.