Quarant'anni fa moriva, prematuramente, in un incidente stradale, Rino Gaetano. Anticonformista. Voce unica, artista ironico e graffiante. Talmente avanti da cantare in una canzone, 'La Ballata di Renzo', la sua morte. La sua musica e le sue canzoni sono conosciute e amate da tutte le generazioni. Da 'Gianna' a 'Berta Filava', da 'Ma il cielo è sempre più blu' a 'Nuntereggae più', questi brani vivono negli anni e continuano a celebrare il cantautore.
L'infanzia e i primi passi nella musica
Nato a Crotone il 29 ottobre 1950, Rino Gaetano si trasferisce con i genitori a Roma quando ancora era un bambino. Nel 1960 va ad abitare nel quartiere popolare di Monte Sacro e dalla Capitale non si è più spostato. Aspirante geometra, il padre cerca di indirizzarlo verso la carriera in banca, ma i progetti di Rino Gaetano sono altri. Nel 1968, assieme a un gruppo di amici crea il quartetto dei Krounks, un gruppo musicale che eseguiva soprattutto cover. Gaetano vi suonava il basso e nel frattempo si dilettava a scrivere canzoni. I suoi artisti di riferimento in quegli anni erano cantanti italiani come Jannacci, De André, Celentano, i Gufi, Gian Pieretti e Ricky Gianco ma anche internazionali, come Bob Dylan e i Beatles. Nel 1969 Rino si avvicina al teatro e inizia a frequentare il Folkstudio, noto locale romano dove si esibivano molti giovani artisti. Qui conosce Antonello Venditti, Ernesto Bassignano e Francesco De Gregori e incominciano così a emergere quelle caratteristiche che lo differenziavano da altri artisti coevi e che altri frequentatori del Folkstudio mal sopportavano: la forte ironia dei suoi brani e il suo modo di cantare e di criticare. In quello stesso periodo Gaetano si esibisce spesso insieme a Venditti in alcuni spettacoli di cabaret organizzati da Marcello Casco. Tra il 1970 e il 1971 inoltre prende parte a diverse rappresentazioni teatrali. Poi debutta nella discografia italiana nel 1973 con un 45 giri in cui interpretava la canzone "I love you Marianna" sotto lo pseudonimo di "Kammamuri's".
Il sucecsso e il Festival di Sanremo
Il successo e il Festival di Sanremo
Nel 1974 esce il suo primo album, ignorato quasi del tutto dagli esperti del settore e dal pubblico: si trattava di "Ingresso libero". Poi un anno dopo pubblica "Ma il cielo è sempre più blu", un brano sulle contraddizioni della società di quel tempo dal ritmo piacevole, coinvolgente, ancora oggi conosciuta e canticchiata da tutti. Il 1976 è l'anno di "Mio fratello è figlio unico", album che comprendeva "Berta filava". E' solo l'inizio di un percorso in cui Rino riesce ad imporsi con sua capacità di divertire ma sempre affrontando temi delicati, ostili, al centro della critica. "Aida" (1977), "Nuntareggae più" (1978) fino a "Gianna", presentata al Festival di Sanremo 1978, conquistando il terzo posto, il record di vendite e incoronando ufficialmente Rino Gaetano come una promessa della musica italiana. L'anno seguente al terzo posto a Sanremo, Il cantautore presents l'album "Resta vile maschio dove vai", con al suo interno "Ahi Maria", un tormentone dell'estate. Tanti successi, uno dietro l'altro per Rino Gaetano. Poi, nel 1980, un periodo di crisi.
Il tragico incidente stradale
Era il 2 giugno del 1981. A bordo della sua Volvo di ritorno da una serata passata nei locali, diretto verso casa, erano le 3.55, mentre percorreva via Nomentana, all'altezza dell'incrocio con via Carlo Fea, è finito, chissà per quale ragione, sulla corsia opposta a quella che stava percorrendo. Un camionista che sopraggiungeva nell'altro senso di marcia ha provato a richiamare la sua attenzione suonando il clacson. Ma non c'è stato niente da fare: l'urto è inevitabile, la parte anteriore e il lato destro della Volvo vengono distrutti, Gaetano batte violentemente la testa contro il parabrezza, sfondandolo, mentre l'impatto del petto sul volante e il cruscotto è molto violento. Si parla di possibile collasso da parte di Gaetano, mentre l'autista del camion, che presta i primi soccorsi, dice di aver visto Gaetano accasciarsi di lato e iniziare a sbandare per poi riaprire gli occhi solo pochi attimi prima dell'impatto. Quanto avviene dopo, è per tanti motivi inquietante. L'artista era già in coma all'arrivo dei soccorsi. Trasportato immediatamente al Policlinico Umberto I, qui vengono riscontrate una frattura alla base cranica, varie ferite a livello della fronte, una frattura malare destra e una sospetta frattura allo sterno. Ma la struttura non ha un reparto attrezzato per gli interventi d'urgenza sui craniolesi, così il medico di turno prova a contattare un altro ospedale dotato di un reparto di traumatologia cranica. Si tenta telefonicamente con il San Giovanni, il San Camillo, il CTO della Garbatella, il Policlinico Gemelli e il San Filippo Neri, ma non si riesce a trovare un posto disponibile. Finalmente ricoverato al Gemelli, Gaetano muore comunque alle sei del mattino.
'La ballata di Renzo'
Nella canzone 'La ballata di Renzo', inedita, Gaetano cantava la storia di un ragazzo di nome Renzo che muore in circostanze praticamente identiche a quelle del cantautore: "La strada era buia, s'andò al S. Camillo e lì non l'accettarono forse per l'orario, si pregò tutti i santi ma s'andò al S. Giovanni e lì non lo vollero per lo sciopero". In questa canzone vengono citati tre degli ospedali che non avrebbero accettato Gaetano: il Policlinico, il San Giovanni e il San Camillo.