«Racconto la storia di una donna che viene da esperienze negative e si lancia con coraggio in una nuova storia d’amore: scommettere nell’amore è l’unica possibilità che resta alle persone per vivere veramente, nonostante le sofferenze che l’amore può comportare". Un "inno all’amore" che Emilio Di Stefano, poeta e paroliere di Novedrate (Como), scrisse negli anni ’90, rimasto nel cassetto e arrivato l’anno scorso all’orecchio di Iva Zanicchi. "Lei si è innamorata di questo pezzo – racconta Di Stefano – e ha deciso di portarlo al Festival di Sanremo". Di Stefano , che oggi compie 69 anni, in pensione dopo una vita a insegnare Storia e Lettere a Mariano Comense, ha coltivato fin da ragazzo la sua passione per la parola, scrivendo canzoni per lo Zecchino d’Oro e per autori come Mina e Franco Califano. “Voglio amarti“ (testo di Emilio Di Stefano e musiche Vito Mercurio, Italo Ianne e Celso Valli) è approdata all’Ariston, interpretata da un “mostro sacro“ del festival. Di Stefano, come è nata questa canzone? "È nata negli anni ’90, da una mia collaborazione con Vito Mercurio, musicista di Eboli, che è anche la mia città di origine. Ho scritto per lui alcune canzoni, finite in un suo disco. Con “Voglio amarti“ avevamo fatto solo un provino, con la voce di Italo Ianne. Poi sono trascorsi gli anni, e arriviamo al presente, prima del Festival di Sanremo". Quando il brano è uscito dal cassetto? "Durante la pandemia, quando eravamo costretti a stare in casa, ho riguardato alcuni miei lavori del passato e ho trovato la sbobinatura di “Voglio amarti“ trasferita in Mp3. Ho deciso di mandarla a Vito Mercurio, come ricordo della nostra attività, e tramite Franco Fasano l’ho fatta avere a Italo Ianne. Ianne l’ha fatta sentire a Iva Zanicchi, che si è innamorata di questo pezzo. E siamo arrivati a Sanremo. Visto che a cantarla è Iva Zanicchi e non un uomo, l’abbiamo resa al femminile con alcune piccole modifiche". Lei in queste sere è ospite all’Ariston. Che effetto le ha fatto ascoltarla da vivo? "Iva è un animale da palco, domina la scena con la sua voce possente. È stata bravissima. L’inattesa “standing ovation’’ per lei mi ha emozionato. Per rendere l’idea di chi è, all’Ariston c’è una sua gigantografia, fra i mostri sacri del festival. Anche nel rapporto professionale che si è creato è una persona alla mano, davvero spontanea". Alcuni critici hanno parlato di una canzone un po’ “datata“. "Di certo non è una canzone moderna, e non vuole esserlo. Il cambio generazionale non è in discussione, ma Iva può competere benissimo con Mahmood". Fra le altre canzoni in gara, quale l’ha colpita? "Daregn D’Amico, ma anche Elisa e Emma". Sogni nel cassetto, oltre al tifo per Iva Zanicchi? "Spero che questo palco mi aprirà nuove porte, facendomi incontrare interpreti che stimo a cui fare ascoltare le mie parole".
ArchivioFestival Sanremo, testo di Iva Zanicchi scritto da un professore in pensione