di Paolo Franci
Il ponte da attraversare tra pallone e padel è comodo e molto breve. Quel ponte ha le sembianze dell’Allianz Cloud, dove si gioca un vero e proprio Mondiale della racchetta corta, il Milano Premier Padel P1. Uno spettacolo che ha calamitato un piccolo esercito di calciatori. Presenza fissa, ad esempio, per Demetrio Albertini, “padre fondatore” del padel&pallone non solo milanese. E sulle tribune dell’Allianz Cloud ti giri ed ecco lì un ex calciatore ora padelista convinto. Già perchè come usa dire oggi, la sfilata di ex è davvero importante. La colonia argentina, soprattutto, è piombata sulle tribune per Belasteguin, Martin Di Nenno e Franco “Stupa” Stupaczuk, Chingotto e Tapia, oltre alle chicas in Albiceleste: Delfi Brea e Maria Virginia Riera su tutte. E allora eccoli lì, Diego Milito, Rodrigo Palacio, Lucas Biglia, Esteban Cambiasso, Gabriel Paletta e il Papu Gomez alternarsi tra il tifo in tribuna e una chiacchierata sul piazzale dell’Allianz con Bela e gli altri argentini.
La colonia degli italiani è stata impreziosita da Antonio Cabrini, Beppe Bergomi, in un derby tra ex milanisti ed interisti che ha visto sugli spalti anche Serginho e Francesco Coco, oltre all’ex Juve Nicola Amoruso. E attenzione: più volte è rimbalzata voce di un imminente arrivo di Ibra. A quanto pare Zlatan potrebbe venire domani con una colonia milanista, da Giroud a Leao, da Bennacer a Theo Hernandez fino a Yacine Adli – in avanscoperta, giovedì è stato avvistato Giacomo Murelli, vice di Pioli - insieme ad altri due super appassionati di padel dell’Atalanta, Musso e Muriel. E qui arriviamo al punto: per quale motivo gli ex calciatori che iniziano a giocare a padel fanno progressi rapidi e si trovano a loro agio nella pista? Lo abbiamo chiesto a Demetrio Albertini, “lejenda” del Milan che ha vinto tutto e veterano del padel. Albertini scopre la racchetta corta ai tempi di ’Atletico Madrid e Barcellona. Siamo nei primi anni del nuovo millennio e l’amore è a prima vista. Da lì, la grande passione segue diverse vie: dall’apertura di alcuni circoli ai tornei, alle sfide con gli amici ex calciatori.
Lo incontriamo sulle tribune dell’Allianz Cloud, mentre segue i quart’ del Milano Premier Padel P1. E si entra subito in argomento: "Perchè i calciatori riescono facilmente nel padel? Ci sono almeno quattro importanti motivi per i quali, addirittura, chi ha giocato a calcio è avvantaggiato rispetto a chi viene dal tennis". Il primo, spiega l’ex Milan: "Riguarda la coordinazione. Il calciatore è abituato a girarsi a destra e a sinistra e a correre indietro, una situazione di gioco che si ripresenta sul campo da padel mentre il tennista, ad esempio, ha quasi sempre la palla davanti a sé. Certo, poi c’è il vetro ma quello viene dopo". Il secondo riguarda invece l’abitudine a giocare con un compagno: "Il padel è un gioco di squadra, e chi ha giocato a calcio è abituato ad avere un compagno vicino e a fare scelte in funzione della sua posizione nella gestione del gioco". Poi c’è la rapidità di pensiero: "Sì, nel calcio devi scegliere velocemente la soluzione migliore per costruire un’azione efficace. Nel padel fai lo stesso per mettere in difficoltà il tuo avversario, creando le condizioni per fargli giocare un colpo difficile tenendo presente la posizione del tuo compagno e dei tuoi avversari. Nel calcio la dinamica è la stessa in un contesto differente".
Infine, il bene più prezioso sul campo di calcio, la ricerca dello spazio: "Il calciatore nasce con la continua ricerca e individuazione dello spazio, cioè della zona di campo nella quale piazzare la palla cercando di costruire un’azione da gol. Esattamente quel che si fa con il padel individuando quei centimetri quadrati di “pista” (il campo alla spagnola ndr) sui quali far cadere la palla per mettere in crisi il tuo avversario".