
Gian Piero Gasperini, 67 anni, è l’allenatore dell’Atalanta per la nona stagione consecutiva
L’amaro dopo il dolce. L’Atalanta mastica amaro, in questo inizio di 2025, dopo un 2024 dolcissimo, con il trionfo in Europa League, il ritorno in Champions e la cavalcata autunnale da 11 vittorie consecutive in campionato, con diverse settimane da capolista solitaria. Dal sogno scudetto, concreto a fine anno e accompagnato ad altri obiettivi - gli ottavi di finale di Champions, la Supercoppa italiana, la Coppa Italia - al rischio di restare fuori dalle prime quattro. Se dovesse accadere sarebbe un fallimento sportivo, dopo un mercato estivo di grandi colpi, con un pesante contraccolpo economico, per il mancato introito di una cinquantina di milioni garantiti dalla qualificazione al girone unico di Champions. Ipotesi da scongiurare, con una reazione in queste ultime sette partite.
L’Atalanta ha ancora un vantaggio di qualche punto sulle inseguitrici e il destino nelle proprie mani: a Bergamo arriverà domenica il Bologna e tra un mese la Roma. Vincendo i confronti diretti la Dea dovrebbe farcela, considerando poi un calendario più semplice da dopo Pasqua, con Lecce e Parma in casa e le trasferte sui campi di Monza e Genoa. Sette settimane per tornare in Champions e decidere il futuro prossimo. A cominciare da quello di Gasperini, che un mese e mezzo fa ha scoperchiato il vaso di Pandora di un mercato anticipato eccessivamente, con quelle dichiarazioni inattese sulla sua intenzione di non rinnovare il contratto in scadenza nel 2026. Luca Percassi ha tenuto un profilo neutro, ribadendo che se ne sarebbe parlato a fine campionato, come ogni anno, mentre giovedì sera Antonio Percassi pubblicamente ha ribadito la speranza "che il mister resti ancora con noi". Ma nel calcio le cose cambiano molto in fretta: prima la sconfitta di Firenze, poi quella interna con la Lazio. A decretare una crisi nei numeri. L’Atalanta ha perso otto partite nel 2025. Di queste, cinque sconfitte casalinghe e dal primo febbraio a Bergamo ha segnato un solo gol. Da tre partite la squadra non segna e non raccoglie punti. Tre giornate fa la Dea sfidava l’Inter per raggiungerla in vetta, ora è a -10 dalla capolista, inseguita da squadre che sembrano più in forma come gambe e testa.
Gasperini, dopo il ko con la Lazio, ha escluso che il crollo nerazzurro sia collegato alle sue dichiarazioni sul futuro, ma la realtà dei numeri conferma che da quel 22 febbraio la sua Dea ha sì stravinto in casa di Empoli (5-0) e Juventus (4-0), ma nelle altre quattro partite non ha mai segnato un gol, raccogliendo solo un punto contro il Venezia. Questi sono i numeri. E sui numeri, quelli della classifica, rifletteranno i Percassi e Pagliuca nelle prossime settimane, valutando in base ai risultati se Gasperini sia ancora o meno il tecnico giusto per una decima stagione insieme. Ma in caso di quinto posto, la separazione sembrerebbe scontata.
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