Simone Barlaam non se la cava benissimo solo in acqua. Chiamato a fare un discorso durante il "Report 2024 di Milano & Partners", davanti a una platea diversa dai fan che guardano le sue gare paralimpiche non ha avuto problemi. Da milanese riconosce il valore che lo sport ha avuto e ha per la città che si prepara a ospitare i Giochi Invernali per cui ha realizzato dei fumetti. Per una volta non sarà in gara e si godrà lo spettacolo dopo i fasti di Parigi in cui ha rischiato l’incidente diplomatico investendo quasi il Presidente Mattarella.
Cosa rappresenta per lei Milano? "Per me, che grazie allo sport ho viaggiato in giro per il mondo anche dal punto di vista accademico, è casa ma ha un po’ di internazionalità, questo è uno degli aspetti che preferisco e anche il mondo dello sport se ne sta accorgendo".
Nel suo speech ha detto che Milano si migliora e lei? "In cosa posso migliorare? Ce ne sono di cose. Dal punto di vista agonistico, in tanto e migliorare come persona: cercare di andare a dormire come un individuo migliore rispetto a quello che si è svegliato la mattina".
Ha parlato di piscine, c’è un problema in Lombardia: Martinenghi è andato in Veneto.. "Secondo me (ride, ndc) per Tete sarebbe saltata fuori una piscina se fosse venuto a Milano! Ci sono cose da fare, non ci si può nascondere. Noi atleti paralimpici siamo sempre stati abituati ad arrangiarci. Nella piscina di Mecenate per arrivare alla vasca da 50 non c’è la rampa, ci sono le scale, in qualche modo si fa. Quando ho iniziato, nel 2015, ci davano una piscina dietro a un liceo a orari scomodi. Mi prendo anche un po’ il merito di come si siano evolute le cose: la percezione nei nostri confronti è cambiata, veniamo trattati molto meglio per gli spazi e per le possibilità che ci vengono date. Il problema strutture non riguarda solo le piscine, siamo un paese molto vecchio e bisogna rimodernizzare. Sfruttare lo spazio già costruito invece di costruire ancora togliendo del verde o altre risorse al Paese".
A Milano-Cortina seguirà qualche gara? "La mia ragazza vuole vedere l’hockey, andremo. Mi piacerebbe vedere le ragazze dello sci, stanno facendo faville: Brignone è una grande amica. Per le Paralimpiadi lo sledge hockey e amici come Riccardo Cardani, Jacopo Lucchini dello snowboard paralimpico, Beppe Romele dello sci di fondo, René de Silvestro... Non vedo l’ora di vedere questa Milano olimpica e questa Olimpiade espansa".
La medaglia di Parigi preferita? "Gli ori sono stati tutti importanti per un motivo. I 50 stile sono stati davanti a uno stadio gremito, con record del mondo e una prova di superiorità, vincendo come volevo. Il 100 delfino l’ho vinto di fronte al professor Vicar che mi ha operato quando ero piccolino e si è molto emozionato. Poi la staffetta che è una delle gare più iconiche delle Paralimpiadi per cui ho ricevuto più complimenti per la mia ultima frazione".
C’è un aneddoto parigino? "Beh, quando ho quasi investito Mattarella al villaggio olimpico". Prego? "Affittavano queste macchinine per muoversi più facilmente: tornando da una batteria vedo uno stormo di uomini eleganti che pian piano si apre per farmi passare, mi trovo in mezzo il segretario generale del Cip, il presidente Mattarella e sterzo all’ultimo per non fare un danno e dico ‘salve Presidente’ e scappo via incappucciato, imbarazzato. La sera mi ha visto vincere i 100 e ho rimediato".
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