Probabilmente neanche il miglior sceneggiatore di film sportivi avrebbe potuto scrivere di una coincidenza più incredibile. Il 9 gennaio 1936 formalmente a Milano viene fondato il "Dopolavoro Borletti" la cui evoluzione dopo la guerra diventò l'Olimpia, mentre ad Evanston, nei lontani Stati Uniti, emetteva i primi vagiti Dan Peterson il coach che fece poi la storia di quell'Olimpia portandola a dominare in lungo e in largo l'Europa negli anni '80. Un legame che ancora una volta la società milanese ha deciso di celebrare, questa volta facendolo davvero diventare un "per sempre".
Infatti sarà formalmente ritirata la maglia numero 36 (dall'anno di nascita) proprio per inserire Peterson ancora di più nella Hall of Fame della storia dell'Olimpia. La cerimonia si terrà domenica 2 aprile nel corso della partita dell'Armani contro Venezia al Forum. "Per me è stato un fulmine a ciel sereno – dice coach Peterson -, totalmente inaspettato. Quindi, non solo bello e apprezzato, ma anche emozionante. Come dirò il 2 aprile, voglio ringraziare tutti. Prima, i miei campioni: senza di loro non avrei mai ricevuto questo grande onore. Secondo, il club: a partire da Adolfo Bogoncelli, che mi ha voluto all’Olimpia, al general manager Toni Cappellari, che ha gestito perfettamente la società, alla famiglia Gabetti, che ha pensato e agito sempre in grande, a Cesare Rubini, sempre nel mio angolo, ogni giorno e ogni partita. Poi, il nostro pubblico: è stato un onore essere l’allenatore dei miei campioni ed è stato un piacere essere il ‘coach’ dei tifosi dell’Olimpia”.
Ultimo ma non ultimo, Peterson ringrazia Giorgio Armani “che mi ha rivoluto nel 2010/11, il miglior regalo che potessi ricevere”. Un ringraziamento “anche per tutto ciò che fa per lo sport italiano, per il basket e per quello che sta facendo per la nostra Olimpia, che ha riportato ai vertici del basket italiano ed europeo. Ringrazio anche l’Olimpia di adesso, Il presidente Dell’Orco e coach Messina. Ancora una volta, mi sento l’uomo più fortunato del mondo".