Forse neanche Adriano Galliani, inguaribile sognatore, "pazzo" - così è solito definirsi - del suo calcio, aveva immaginato questo: trovarsi tra una pozzanghera e l’altra di un grigio pomeriggio di inizio ottobre ad alzare la cornetta per raggiungere Daniel Maldini, figlio di Paolo, nipote di Cesare, pupillo del Monza squadra della sua città, per anticipare lui la lieta notizia della prima convocazione in Nazionale. Eppure è così, e in Brianza è consuetudine: si va oltre ogni classifica, statistiche e punteggi, e si coltiva la passione pura che è sempre più merce rara. Daniel stava rientrando negli spogliatoi dopo l’allenamento e il suo sorriso era grande così.
Antichi valori, come il gesto che Pessina e compagni hanno scelto per arrivare al meglio alla Roma: da loro è arrivata la decisione del ritiro anticipato, e così squadra e staff si sono ritrovati già ieri nel tardo pomeriggio, dopo il pranzo e l’allenamento al Centro sportivo Silvio e Luigi Berlusconi, nell’ex Villa Gernetto, abituale sede della vigilia, per preparare in ogni dettaglio la sfida a una Roma ferita dall’impegno europeo.
Contro Ivan Juric il Monza non ha mai vinto, e nemmeno contro i giallorossi, ma se l’è sempre giocata, e già due anni fa, alla giornata numero 7, in Brianza si riusciva con un’impresa - in quel caso battere la Juventus - a dare una vita nuova a una stagione iniziata un po’ così. Corsi e ricorsi storici che lasciano un po’ il tempo che trovano, ma che sono ossigeno in un momento dove ogni appiglio è buono per aggrapparsi e tentare di risalire.
Alessandro Nesta, di punti di buona presa, ne ha almeno due in più: il primo è il ritorno di Dany Mota che recupera dagli ultimi acciacchi e, dopo quello di Birindelli, può tornare a costituire l’"undici-tipo" della casa. L’altro, meno utile nell’immediato ma una bella dose di allegria, è rappresentato dal ritorno di Patrick Ciurria, uno degli uomini del destino ai tempi del "Grande Sogno" e tra le sorprese più liete del primo Monza formato Serie A. C’è bisogno di tutto e tutti, per tornare a vincere e gioire. I sorrisi, quelli no, a Monzello non mancano mai.
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