"Non possiamo “girare“ a 10 punti". Lo aveva detto forte e chiaro Mauro Bianchessi, direttore sportivo del Monza da qualche mese, ma da un paio di decenni fidatissimo braccio destro di Adriano Galliani, guardando negli occhi Salvatore Bocchetti alla prima apparizione da allenatore brianzolo. All’orizzonte due impegni che sulla carta avrebbero potuto e dovuto dare un senso diverso al girone d’andata del Monza. Invece Parma è diventata enorme beffa, Cagliari è andata male e con quest’ultima anche la pazienza dei monzesi ha perso ogni freno.
Nessuno, nell’ambiente, vuole sentire parlare di sentenza. Troppo presto per pensare che ogni speranza sia perduta. Ai sogni d’impresa, però, si contrappongono numeri e statistiche che allontanano l’obiettivo salvezza, nonostante la clemente aritmetica. Quella del Monza è stata una stagione un po’ così: tendini saltati, infortuni inaspettati, qualche decisione arbitrale da rivedere e un aspetto mentale reso fragile da questi eventi. Ecco perché passano in secondo piano le critiche a un mercato senza fuochi d’artificio e la scelta di Nesta, che dal punto di vista del gioco non ha mai mancato di dare segnali incoraggianti all’esterno, nemmeno nella sua ultima dalla panchina contro la Juventus.
Con Bocchetti alla guida i segnali incoraggianti del Tardini sono venuti meno al primo esame casalingo, dove Pessina e compagni non vincono da quasi un anno. Oggi, giornata di ripresa dei lavori per un girone di ritorno che inizierà contro Palladino. La chiarezza con cui il tecnico si è espresso rimbalzerà di riflesso negli spogliatoi: resta chi ci crede e chi ha voglia.
A proposito di Fiorentina: lì potrebbe finire Pablo Marì e tornare Bianco, che era chiara espressione di Nesta, ma non un titolare per il nuovo allenatore. Andrebbe a sostituire il buco lasciato da Bove. In entrata non c’è altra opzione ai prestiti: l’unica strada per l’impresa sarebbe recuperare chi è già in rosa.
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