Milano, 17 luglio 2019 - Caro Franco Baresi, venticinque anni dopo si ricorda ancora delle lacrime di Pasadena?
«E' vero, è passato tanto tempo (sorride, ndr)... ma non si sono asciugate le lacrime. La delusione si è attenuata anche se in tutti questi anni ci ho pensato e ripensato, credo sia stata una cosa più unica che rara quel che è accaduto. Per come era iniziato quel Mondiale e poi per essere arrivati sino in fondo a giocarci la finale nonostante le difficoltà: i rigori non ci premiarono e la gente ancora oggi mi domanda come sia potuto accadere. Il ricordo resta positivo e bello, però è chiaro che l'amarezza per il rigore sbagliato non può essere cancellata. Rimorso No, perché al di là dell'errore di fronte c'era anche un avversario... ».
Appunto. E lei pur di scendere in campo nella finale col Brasile, fu protagonista di una guarigione lampo...
«Fu un Mondiale incredibile. Giocai le prime due partite, poi vidi la squadra da fuori crescere e soffrire. Tanti fattori fecero sì che alla fine potessi scendere in campo recuperando velocemente dall'infortunio (poco più di tre settimane dopo l'intervento al menisco, ndr), a cominciare dal fatto che anche Baggio aveva un problemino. E Sacchi doveva decidere se rischiarmi, senza sapere quanto sarei durato... Il mister ebbe un coraggio da leone, e alla fine venne fuori la prestazione credo più bella della mia carriera. O almeno con gli azzurri».
La fotografia del match resta quella in cui lei, considerato da sempre glaciale, in lacrime, piange sulle spalle dei dirigenti Ranucci e Valentini per il rigore sbagliato...
«Dopo la partita della vita con un caldo impossibile, e finita in quel modo, era quasi normale uno sfogo. Sono un uomo come tutti, anche con le debolezze. Il mio carattere e il percorso nel calcio mi hanno consentito di fare tanto sul campo di gioco, ma dal punto di vista umano quella delusione la sentii tantissimo. Perciò ebbi un cedimento naturale a fine match...».
Ancora oggi qualcuno si chiede: come può essere che uno «specialista« come Baresi abbia sbagliato un penalty decisivo...
«Calciavo qualche rigore anche nel Milan ma non ero proprio uno specialista, anche se con la maglia rossonera dal dischetto sbagliavo poco. Mi feci avanti convinto e deciso perchè c'era bisogno di qualcuno che facesse coraggio alla truppa, in un momento cambiai decisione su dove tirare e purtroppo mi sbilanciai, colpendo il pallone in malo modo. Dopo di me sbagliarono anche Massaro e Baggio... un incubo per tutti».
Chi è il Franco Baresi di oggi?
«Non c'è... (sorride ancora). Scherzo, è molto difficile fare paragoni, ognuno deve essere se stesso. Ci sono giocatori che è difficile accostare ad altri, perché hanno caratteristiche uniche. Per esempio non si può dire ci sia un altro come Messi».
Dopo aver buttato al vento la qualificazione alla Champions crede che il Milan possa cominciare un nuovo percorso con Giampaolo e la linea verde?
«Ce lo auguriamo tutti. Giampaolo ha idee ed è propositivo, e poi ha un calcio offensivo».
Il campione e uomo di sport Franco Baresi che idea si è fatto sulla questione stadio?
I ricordi sono tanti e rimarranno per sempre, considerato tutte le partite che ho disputato e quel che mi hanno dato. E' chiaro però, che come tutte le cose anche il calcio corre velocemente e per questo bisogna guardare avanti. Credo che avere uno stadio nuovo, futuristico, per i nostri figli e i figli dei nostri figli sia anche importante. E' giusto guardare avanti e credo che il nuovo stadio sarà bellissimo, l'investimento enorme, insomma credo che sarà qualcosa di speciale. Se lo meritano Milan e Inter».
A proposito: che derby sarà il prossimo anno?
«E' un po' presto per dirlo, vediamo come saranno allestite le squadre. Nella passata stagione ci sono state stracittadine molto sentite, lo stadio e i tifosi sono sempre pronti a dare un gran sostegno. Speriamo di essere protagonisti».