Mehdi Taremi si è messo al servizio della squadra, e così si è preso l’Inter. Capita tutto in un’uggiosa notte di Champions League, quella che consegna il primo successo europeo stagionale e consolida l’ottimo pareggio di Manchester. La ferrea volontà di Simone Inzaghi di allargare gli orizzonti di rotazione della sua squadra ha pagato dividendi, e di certo l’attaccante iraniano ha proceduto per piccoli passi. Forte dei suoi numeri al Porto, una rete ogni due partite, Taremi poteva decidere di affrontare la Stella Rossa di petto. D’altronde, il suo precampionato, sino al fatale risentimento muscolare di fine luglio, aveva garantito realizzazioni per tre partite di fila. E invece, l’ex Rio Ave ha usato la testa.
Un piano tattico molto semplice, ma da perseguire con costanza. Lasciare la profondità ad Arnautovic, scendere tra le linee aprendo gli spazi con il centrale a rimorchio, giocare in verticale. La struttura del match lo ha aiutato. La Stella Rossa si è schierata quasi sempre a cinque in fase di non possesso, restando schiacciata dalla pressione a tuttocampo di Bastoni e soprattutto Zielinski, con De Vrij sulla linea della mediana. Un’Inter alta, che al tempo stesso poteva però congestionare i vicoli della trequarti. Non per Mehdi, che lentamente, ma inesorabilmente, ha preso il comando del match. Di occasioni se ne leggono almeno cinque.
Una gettata al vento da un eccesso di leziosità del compagno di reparto. Un’altra terminata con la botta alta di Mkhitaryan. Quindi con gli assist per le reti Arnautovic e Lautaro. Infine con il sacrosanto rigore della staffa che ne certifica la prestazione, oltre che la prima marcatura in nerazzurro. Un Taremi “suggeritore“, ma non solo. Perchè almeno due occasioni partono da palle recuperate dall’attaccante iraniano sulla fase di uscita serba, creando quelle fatidiche situazioni di superiorità numerica che i nerazzurri faticano da sempre a creare, soprattutto sugli esterni. Anche contro la Stella Rossa. Le parole di Simone Inzaghi sono promozione piena: "Taremi e Arnautovic ci stanno dando dentro, meritavano questa chance e hanno risposto bene. Sono fondamentali, devono aiutarci sia da titolari che subentrando".
E ancora: "Lautaro e Thuram stanno giocando di più ma c’è bisogno di tutti: ho voluto fortemente qui Marko e Mehdi, la società me li ha portati e io sono contento di loro". Il tecnico nerazzurro li ha voluti e ora li difende, anche l’austriaco, in certi momenti del match ingenerosamente fischiato da alcuni spettatori. Cosa che non riguarda certo Taremi, che anzi alza la voce e conferma la sua ambizione: "Sono contento di aver segnato stasera. Sono riuscito a giocare bene grazie ai miei compagni che mi hanno aiutato. È stato grandioso. Ci è voluto un pò di tempo per segnare ma ho lavorato tanto in allenamento. Puntiamo alla finale di Champions e a vincerla. Il nostro obiettivo è vincere ogni partita". Si narra che l’Inter lo cercò già l’estate scorsa, una volta appresa la volontà di Lukaku. Oggi è una risorsa preziosa, che a qualche tifoso ricorda per completezza di proposta offensiva Julio Ricardo Cruz, El Jardinero che vinse in nerazzurro quattro Scudetti nella seconda metà degli anni 2000. Qualche centimetro in meno, qualche goal in più sul curriculum, analoga capacità di creare per sé e, soprattutto, per i compagni. Simone Inzaghi, premiato in giornata con il Tapiro d’Oro (accolto con un sorriso), di una cosa è sicuro: dietro Lautaro o Thuram le risorse ci sono.
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