C’è solo una Monza che sorride oggi: è quella legata ai motori dell’autodromo, che si perde nelle prime immagini di Lewis Hamilton a Maranello sognando grandi traguardi. Per uno pronto a correre c’è un’altra Monza, quella del calcio, che vive un rallentamento che sa quasi di agonia. Una settimana fa, in queste ore, a Monzello c’era una giusta, motivata e sana euforia per aver vinto la sera prima la seconda partita del campionato, guarda un po’ contro la Fiorentina dell’ex allenatore Raffaele Palladino. Si pensava potesse essere quell’episodio dell’anno che sa di svolta, ma riecco a fare da ennesimo ostacolo sul cammino tortuoso per la salvezza i soliti guai dall’infermeria. Quella sera si era fermato Pablo Marì, fuori a Bologna; al Dall’Ara ha lasciato il campo un po’ così Warren Bondo e, dalle sensazioni avute vedendolo uscire, si dovrà attendere per capire se il centrocampista colonna portante della squadra lo rivedremo in campo nel monday night contro il Genoa, altra trasferta. Il primo, a tabella di marcia, dovrebbe invece riprendere le redini della difesa, per la quale va contato un rinforzo in più: il serbo Stefan Lekovic, che vivrà la sua prima settimana intera coi nuovi compagni per essere una risorsa in più di Salvatore Bocchetti.
Lui il primo colpo di un mercato che stenta a decollare in entrata, ma che di contro resiste agli assalti esterni - almeno stando alle indiscrezioni giornalistiche - per gli elementi più importanti della rosa. Non si registrano novità sul fronte Djuric, in campo regolarmente sabato pomeriggio nonostante le voci di una possibile partenza - ma il Parma potrebbe rifarsi sotto se definita la cessione di Man alla Viola - e nemmeno sull’uscita di Pablo Marì, che sembrava finito anche lui nel mirino della Fiorentina, ma senza sviluppi ormai da settimane. Infine Bondo, sempre nell’orbita di grandi società (vedi Milan, e non solo) per cui fino a qui non è arrivata alcuna offerta ufficiale che abbia messo lui e il club nelle condizioni di fare valutazioni più concrete.
Non calde le ultime ore neanche sul fronte opposto, quello delle entrate che sappiamo passeranno da formule e costi contenuti. Tradotto: bene i prestiti, no agli ingaggi fuori portata. Ecco perché al momento le valutazioni sui milanisti Origi e Ballo-Tourè, ai margini del progetto Milan da inizio stagione, vivono una fase di stallo dovuta proprio allo stipendio dei due, per cui sarebbe necessario un supporto rossonero.
Intanto si fa con quelli che ci sono, in attesa di qualche rientro eccellente dal lungo elenco di indisponibili (per esempio Pessina, entrato nella fase finale del recupero dal lungo infortunio). Genoa e Marassi saranno motivazioni in più: per il tecnico Bocchetti che c’è stato da allenatore con grandi risultati, per Pedro Pereira, al rientro dalla squalifica dopo la grande prova contro la Fiorentina, che è passato di lì per un anno e mezzo tra gennaio 18 e giugno 19, e per Daniel Maldini che aveva deciso l’ultimo confronto del Ferraris, quello del gol in rovesciata di Dany Mota. Aggrapparsi a tutto, può servire (e bastare) anche questo. Michael Cuomo
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