
Assane Diao, classe 2005: è arrivato a Como lo scorso 7 gennaio Finora ha realizzato 5 reti in otto partite del campionato di serie A
Un’altra perla, la quinta di otto partite. Un altro nobile scalpo (il Napoli dopo il Milan, la Juventus e la Fiorentina). Un’altra prestazione da incorniciare. Parlare di Assane Diao come “giovane promessa“ sarebbe davvero riduttivo, perché il classe 2005 lanciato dal Como sul prestigioso palcoscenico della serie A è un vero talento. Se prima era una sensazione, adesso possiamo parlare di certezza: i fratelli Hartono, proprietari indonesiani del club lariano, hanno saputo scegliere la gente che era da scegliere. E Cesc Fabregas, scuola Barcellona, l’allenatore che aveva incuriosito tutti sin dalla serie B, ha idee ben chiare riguardanti il calcio. Propone, rischia, scommette sui giovani. E vince (in tutti i sensi). Avrà i suoi difetti lo spagnolo, ma trasmette emozioni, non semplicemente nozioni. E anche col Napoli se l’è giocata fino alla fine, premiato dal ricamo di Nico Paz per il destro proprio di Diao nel cuore di una difesa in bambola.
Sempre loro due, Nico e Assane. Quest’ultimo abbiamo imparato ad apprezzarlo in poche settimane, ma di lui se ne parlava bene anche dalle parti del Betis. Con la maglia del club di Siviglia il senegalese naturalizzato spagnolo aveva già mostrato sprazzi di classe nella Liga (tre reti e 28 presenze in prima squadra), come il gol di tacco realizzato al Barcellona il 7 dicembre scorso, una rete di rara difficolta e bellezza. Ma era difficile prevedere un impatto così devastante nel nostro campionato di un ragazzino di soli 18 anni arrivato in Italia dopo le feste di Natale. Sicuramente ben spesi, ad oggi, i dodici milioni di euro per il giovanotto fuori categoria per la piazza, che può vantare un repertorio tecnico vastissimo. Considerato il numero di partite disputate con l’etichetta di “professionista“ (una quarantina in tutto), sorprende davvero quanto Diao si sia mostrato pronto e “maturo“ anche al cospetto di avversari molto più esperti.
Domenica il primo tempo è stato complicato, poi lui e Paz hanno mandato in confusione un calciatore come Di Lorenzo, capitano del Napoli che si è lasciato sfilare il ragazzino sotto il naso in occasione della rete del definitivo 2-1. Strabordante la fisicità di Diao, qualcosa di anomalo per un esterno alto un metro e 85, tanto bravo di testa (gol alla Juventus) quanto abile a sgusciare con rapidità nello stretto. Sa portare palla ondeggiando e poi coprirla per non farsela portare via, senza dimenticare quel fiuto per il gol che non è affatto banale, più da prima punta che da ala. Ci sono fasi della partita in cui, proprio per quell’imprevedibilità nei movimenti, gli avversari non sanno come prendergli le misure. Ma quel che molti osservatori sottolineano, è che Diao ha ancora ampi margini di crescita. E Como sembra davvero la piazza giusta per migliorare senza troppe pressioni, protetto da un allenatore e un ambiente che stravedono per lui. Una sola preoccipazione agita la quiete sul lago: che qualche “big“ europea (il ragazzo è già stato nel mirino di Lazio e Milan) non si faccia subito avanti per il classe 2005 che fa sognare un’intera città. Giulio Mola
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