L’eroe dell’ultimo mese nerazzurro è stato Lazar Samardzic. Il 22enne centrocampista serbo di origine bosniaca, nato e cresciuto a Berlino (dove il padre Mladen giocava come attaccante nelle serie minori), un mese fa a Bologna ha regalato all’Atalanta il pareggio a Bologna al 90’, evitando una crisi di risultati. Sarebbe stata la quarta sconfitta nelle prime sei giornate. Il gol della svolta. Perché da auel pareggio sono arrivate quattro vittorie consecutive in campionato e una quinta in Champions, sul campo dello Shakthar, più un pareggio contro il Celtic. Cinque vittorie e un pari in un ottobre fenomenale per la Dea, che mercoledì sera contro il Monza stava rischiando uno 0-0, contro l’ottima ragnatela difensiva dei brianzoli, prima del gol al 70’ di Samardzic, eroe per la seconda volta dopo la prodezza balistica del Dall’Ara, stavolta con un dribbling secco per costruirsi un rigore in movimento in area.
Gasperini lo ha elogiato a fine gara, lui e tutti quelli entrati nella ripresa, a cominciare da Zaniolo. Ma il “man of the match“ e’ stato il giovane serbo, che stava per fare anche il bis nel finale e ora spera di essersi ritagliato un proprio spazio. Non è facile in questa Atalanta dove, per esempio, uno come Mario Pasalic, duttile ed esperto, mercoledì è rimasto a guardare in panchina. La concorrenza è altissima, in ogni ruolo, soprattutto in quello ancora incerto di Samardzic, cui il sarto “Gasp“ sta prendendo le misure per confezionargli un abito buono da trequartista. Ruolo in cui il tecnico di Grugliasco si è sempre cimentato con straordinari risultati, da Cristante, che negli anni a Bergamo ha raggiunto il suo picco realizzativo in A, al Pessina che nel 2021 sarà anche il jolly dell’Italia campionessa europea, dal “Papu“ Gomez, all’apice della sua carriera in quella posizione, fino al meraviglioso Koopmeiners da 25 gol ammirato nelle ultime due stagioni. Samardzic è arrivato a Bergamo proprio nelle ore in cui l’olandese andava alla Juventus, con una scelta di tempistica chiara: tocca a lui sostituire Koop. Adesso, nel presente, ma soprattutto nel lungo periodo.
Questa è una stagione di apprendistato ad altissimo livello per il serbo, dopo i tre anni di formazione a Udine, tra alti e bassi. Nell’estate del 2023 era già nerazzurro, ma interista: visite mediche sostenute a Milano, poi il padre Mladen bloccò la trattativa ripudiando il mediatore che aveva trovato l’accordo con l’Inter, sollevando un polverone. A gennaio altro trasferimento saltato alle firme o quasi, quando Samardzic era ad un passo dal Napoli. In estate lo trattava il Milan e sembrava vicino al rossonero. Poi è arrivata l’Atalanta con uno dei suoi blitz e così Samardzic è approdato alla corte di Gasperini, che lo sta plasmando tatticamente. Con il tridente puro rischia di avere poco spazio, ma con la soluzione del trequartista può giocare tanto. Ritagliandosi un ruolo alla “Papu“ Gomez.
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