
I ragazzi dell’Accademia Scherma Milano impegnati in pedana grazie al progetto FEIB (Fencing: Equity, Inclusion, and Belonging)
Un termine di cui spesso si abusa è inclusione. Talvolta le parole rimangono gettate al vento e non riescono a sortire lo stesso effetto che si ottiene con un’azione concreta come una stoccata. L’Accademia Scherma Milano, da questo punto di vista, è pioniera. Lorenzo Radice, ex manager che ha stravolto la sua vita prediligendo le pedane, Presidente della realtà sportiva e suo cofondatore, da sempre è impegnato ad aiutare quelle realtà e situazioni spesso emarginate. L’associazione è tra le promotrici del progetto F.E.I.B (Fencing: Equity, Inclusion, and Belonging), che racchiude anche altre quattro società e selezionato dall’Unione Europea in quanto innovativo e impattante a livello sociale.
"Alla base di tutto – spiega Radice – c’è la volontà di passare dall’agonismo a una pratica aperta a tutti, riabilitativa e per persone con disabilità, ci siamo affermati così in Italia. Abbiamo presentato un bando all’Unione Europea, qualcosa di importante con 400mila euro in ballo. L’obiettivo è quello di espandere il nostro modello in altri quattro Paesi (Spagna, Francia, Romania e Ucraina, ndr). Alcuni hanno un’attività paralimpica limitata. La scherma funziona con chi ha disabilità fisica, sensoriale, cognitivo-relazionale, con le persone malate di Alzheimer (il corso a Milano è nato a seguito della malattia della madre ed è gestito dalla sorella Laura, ndr), con le donne operate di tumore al seno o nelle carceri. Perché? È uno sport di regole, insegna a gestire le emozioni e si presta per lavorare con tutti e per dare stimoli per poter dare il meglio. Questa disciplina può diventare strumento di crescita. Ora, nei vari Paesi partiranno i corsi: in Ucraina, la guerra lascerà tante disabilità fisiche e non e così noi ci stiamo portando avanti".
Lo scopo è quello di creare una sorta di rete di solidarietà in tutta Europa, consentendo a tutti di "avere un ambiente più inclusivo". Per questo all’Accademia Scherma Milano, spesso l’atleta normodotato si siede in carrozzina e tira con persone che hanno una disabilità fisica o indossa una benda oscurante e tira con i ciechi: si creano dei punti di incontro. "Facciamo continue riunioni con tutti i partner europei che abbiamo individuato, per aggiornarci su ogni singolo obiettivo che ci siamo dati. Una volta che questi due anni e mezzo saranno terminati, ripresenteremo all’Unione Europea i risultati che avremo raggiunto per proseguire il programma". Non mancano le sfide future, con Radice che sogna di riuscire a portare la sua Accademia e due atleti, Gabriele Albini e Sofia Brunati a Los Angeles 2028. "Per Gabriele abbiamo fatto raccolte fondi specifiche per permettergli di andare a fare le gare di Coppa del Mondo: l’iscrizione e l’albergo vengono pagati da noi. Fa parte della nazionale italiana e con noi è venuta ad allenarsi anche Sofia Brunati, altra atleta azzurra".
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