Arrivati in tarda età si racconta ai nipotini delle proprie imprese, grandi e piccole. Piero Ausilio, quando sarà il momento, in quelle narrazioni infilerà le intuizioni di mercato meglio riuscite e tra i nomi che verranno fuori sottolineando la propria soddisfazione ci sarà quello di Marcus Thuram. Prima di tutti, infatti, il ds dell’Inter disse all’attaccante, allora un esterno offensivo in forza al Moenchengladbach, che avrebbe potuto giocare da punta centrale, con quel 9 che oggi indossa contornato dal nerazzurro.
Già lo scorso anno il marchio del francese è stato lampante. Quindici gol e altri quattordici a cui ha partecipato tra assist e rigori conquistati. Ad oggi, dopo otto presenze, Thuram è a sette gol, un assist, un rigore procurato e un autogol di Djimsiti derivato da un suo tentativo di cross. La trasformazione in bomber appare completata, nonostante i dubbi avanzati in patria a causa di un Europeo con diverse difficoltà. Di squadra, in un sistema che ha prodotto un gioco meno scintillante di quello orchestrato da Inzaghi, e del singolo, incapace di replicare dal club alla nazionale le prestazioni viste prima e dopo in Serie A.
L’ultima partita col Torino è terminata con una medaglia a due facce. Da un lato, è arrivata la prima tripletta in Italia. Dall’altro, a metà ripresa è stato obbligatorio sostituire il francese. Problemi alla caviglia destra, forse anche per il colpo durissimo ricevuto da Maripan nel primo tempo, costato l’espulsione al difensore. Thuram ci ha giocato sopra, ha segnato tre volte, poi ha ceduto al dolore, ma dalla Francia assicurano che non ci sono lesioni evidenziate dagli esami: resterà al servizio di Deschamps. Il giocatore, pur claudicante, era comunque uscito sulle sue gambe e in ogni caso il calendario per l’Inter non registrerà nuovi impegni fino alla trasferta capitolina del 20 ottobre (sponda giallorossa).
Inzaghi spera di non ricevere sorprese, visto il trittico Roma-Young Boys-Juventus che attende i nerazzurri nella settimana che seguirà la pausa. Sotto questo aspetto è confortante, per il tecnico, sapere che Lautaro è tornato a segnare in due delle ultime tre, che Taremi ha dominato contro la Stella Rossa ed è entrato bene anche col Torino e che lo stesso Arnautovic ha fatto ampiamente il suo in Champions League. È un momento in cui, alle difficoltà di una difesa che nelle ultime due di campionato ha concesso quattro gol a Udinese e Toro, fa da contraltare una fase offensiva da dieci reti nelle tre uscite più recenti, soltanto due provenienti non dal reparto d’attacco (Frattesi e Calhanoglu). Segno che la squadra comincia a vedere la porta con una certa assiduità.
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