
Il britannico Luke Johnson e l’olandese Sander Arends hanno dominato in soli 46’ la coppia formata da Jacopo Vasamì e Filippo Romano. (Foto Francesco Panunzio)
È durata appena 46’ la finale del doppio per Jacopo Vasamì e Filippo Romano, sconfitti per 6/1, 6/1 dall’olandese Sander Arends e dal britannico Luke Johnson. I due azzurri, che un paio di settimane fa avevano dato vita a questo inedito duo nell’ITF da 25mila dollari di Foggia conquistando addirittura il titolo, non sono riusciti a ripetersi a un livello più alto, cedendo alla maggiore esperienza dei due avversari, che insieme fanno 64 anni di età complessiva contro i 36 dei nostri giovani. Una differenza evidenziata nettamente in campo, del resto i due neocampioni nel 2025 hanno vinto addirittura un titolo del circuito maggiore nel 250 di Hong Kong e frequentato esclusivamente tornei di quel livello, a cui aggiungono un secondo turno agli Australian Open. Ben di altro livello è, invece, il percorso dei due azzurrini.
Romano si sta dimostrando a livelli ben più bassi uno specialista del doppio, avendo fatto centro dall’inizio della stagione in quattro tornei ITF (Bagnoles de l’Orne, Bucarest, Rovinj e Foggia) che lo hanno catapultato a ridosso della top-200 nella classifica Atp, pur giocando con quattro compagni differenti: da Leonardo Taddia a Kai Wehnelt, passando per Augusto Virgili. Solamente nell’ultima occasione si è cimentato al fianco di Vasamì, evidentemente i due hanno trovato immediato feeling, tanto da ripetere l’esperienza nell’avventura monzese. Anche perché il diciassettenne abruzzese di Avezzano vanta un curriculum nella specialità estremamente scarno, essendo solamente alla seconda presenza. "Il doppio è un’ottima opportunità per allenare e consolidare alcuni aspetti del gioco come i colpi sotto rete e i riflessi, e poi ci siamo divertiti tantissimo, perché l’affiatamento è fondamentale", hanno ammesso nel corso della settimana i due protagonisti di casa nostra, che adesso valuteranno in base ai propri programmi futuri se si presenteranno altre opportunità di collaborazione, considerando che l’obiettivo principale è rivolto per entrambi al singolare.
"Quest’anno la mia attenzione rimane concentrata sull’attività juniores – conferma Jacopo Vasamì –. Giocherò i quattro tornei del Grande Slam, tutti con almeno un appuntamento in preparazione. Quindi per il Roland Garros sarà il Bonfiglio di Milano, un trofeo prestigioso a cui non vedo l’ora di partecipare. Per Wimbledon, invece, sarà l’evento di Roehampton e così via. Alla fine vedrò a che punto sono in classifica". L’università, per ora, non è nei piani: "Sono contento di essermi diplomato, ma ho solo 17 anni e mi sono preso un po’ di tempo per concentrarmi al massimo sul tennis. Al momento vedo che sta andando bene".
S.D.S.
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