
Canzi, mister milanese specialista in miracoli
Se non è l’uomo dei miracoli, poco ci manca. Lui si chiama Massimiliano Canzi, milanese doc, classe 1966 che da ormai quattro anni sta raccogliendo consensi e risultati in Serie C. Prima sulla panchina dell’Olbia (con la qualificazione ai play off e il record di punti), ora su quella del Pontedera, attualmente quarto nel Girone B. La sua storia parte però da lontano con una gavetta che lo ha visto iniziare il cammino da allenatore tra i dilettanti addirittura nel 1985 con i Pulcini dell’allora Alf Sempione 1919, poi, sempre nei settori i giovanili, di Sporting Milano Calcio Uri e Segratese, prima delle esperienze con le prime squadre di Crespi Morbio, Assago Promo, Accademia Sandonatese, e Paullese, tra Promozione e Seconda Categoria. L’incontro con Mario Beretta gli ha cambiato la vita e per anni è stato il suo vice in Serie A e B sulle panchine di Siena, Lecce, Torino, Brescia, Cesena e Latina, oltre all’esperienza in Grecia con il Paok Salonicco. Poi ha scelto di camminare da solo e per cinque stagione ha guidato la Primavera del Cagliari, con eccellenti risultati, del presidente Massimo Giulini, curiosamente suo ex giocatore ai tempi dell’Accademia Sandonatese.
Ora è alla seconda stagione al Pontedera, chiamato lo scorso anno con la squadra al penultimo posto e guidata al record di punti e alla storica qualificazione ai play off, : "Ho trovato una società che punta sui giovani – commenta Canzi che ha recentemente prolungato il suo contratto – e nella quale si lavora benissimo". Con lui il ds Moreno Zocchi, gallaratese, che sta facendo le fortune della piccola società toscana: "E’ bravissimo nello scovare talenti che poi riusciamo a lanciare in prima squadra, alcuni anche provenienti dai dilettanti. E’ questo certamente è un motivo d’orgoglio per il club e anche per me. Giochiamo mediamente con cinque under in campo. Non ci aspettavamo di fare un campionato simile, anche se l’obiettivo primario resta la salvezza, non vogliamo certo tirarci indietro".
Il suo lavoro è apprezzato da molti, ma forse Canzi è ancora un allenatore troppo sottovalutato: "E’ una domanda che mi fanno spesso e alla quale onestamente mi sento di rispondere che probabilmente è così. Anche se in Italia la meritocrazia non sempre è corretta, mi ritengo comunque fortunato a essere uno dei 100 allenatori che guidano una società professionistica". Per lui tanta gavetta e 38 anni di carriera alle spalle, anche se qualche rammarico c’è, visto che da quando è professionista non è mai riuscito ad allenare nella sua Lombardia: "Praticamente è dal 2006 che dormo fuori casa e la cosa un po’ mi pesa, soprattutto per chi come me ha famiglia e figli. In passato sono stato vicino a qualche club del territorio, poi però non se n’è fatto nulla. In futuro, mai dire mai, anche se qui sto benissimo".
Andrea Grassani