Daniele Galli, dalla Valtellina, è arrivato fino alle Olimpiadi di Tokyo e Parigi sullo skateboard. Il commissario tecnico di una disciplina olimpica assai nuova, entrata nel programma solo nel 2020 in Giappone e ripresentata quest’anno a Parigi, è un valtellinese che, fin da piccolo, aveva in mente di... "vivere di skate". E per uno che è nato in una terra in cui lo sport è di casa, ma lo skate decisamente meno, questa è stata una vera e propria visione.
Come nasce questa passione? "Sono nato e cresciuto a San Giacomo di Teglio in Valtellina. Sin da piccolo mi è sempre piaciuto fare attività fisica all’aperto, non mi piaceva molto stare in casa e così ho iniziato a praticare sport: dal ciclismo al nuoto, fino al calcio, passando per lo sci. Quello che si poteva fare e che offriva il nostro territorio. Ho sempre ottenuto buoni risultati in tutti gli sport che ho praticato, quello che mi piaceva più di tutti era sciare, ma non ho mai avuto l’opportunità di provare a farlo a livello agonistico perchè non avevo nessuno che mi potesse portare quotidianamente ad allenarmi. Nel 2008 mi sono trasferito a Milano per inseguire il sogno di poter vivere di skate e dal 2012 sono a Bergamo".
Lo skateboard è arrivato ben prima. "Ho iniziato all’inizio degli anni ’90, quando con la famiglia trascorrevo parte delle vacanze estive al mare. A Rimini e Riccione tutti avevano la tavola da skate e subito pensai che fosse la cosa più “cool“ del mondo. Ho mosso i primi passi con i vari penny e skate giocattolo, fino a comprare la mia prima tavola professionale. Purtroppo la magia svaniva ogni volta che finiva la vacanza e tornavo in Valtellina, dove in un paesino di montagna, senza piazze o strade asfaltate a dovere, lo skate era sempre destinato a finire in un angolo del garage".
Cos’è cambiato nella tua vita da quando hai iniziato? "Per me lo skateboarding è qualcosa di unico, che fa parte della mia quotidianità. È una passione, un’esigenza, un qualcosa che mi fa stare bene e che se non c’è mi manca moltissimo. Dire che lo skateboarding ha cambiato la mia vita è riduttivo, l’ha rivoluzionata totalmente: amicizie, modo di vestirsi, musica, tutte le priorità che avevo sono state capovolte, tutto ha iniziato a girare solo ed esclusivamente intorno a questo nuovo mondo".
Qual è lo stato di salute del movimento in Italia? "Il livello giovanile si è alzato notevolmente, c’è una nuova generazione di ragazzini veramente forti e focalizzati. Manca ancora uno skatepark indoor federale da mettere a disposizione degli atleti. Questo sarebbe fondamentale per strutturare un allenamento continuo e organizzato".
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