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Santiago Gimenez esulta dopo la rete siglata da ex contro il Feyenoord
Il nuovo, vecchio Milan, ancora davanti al nuovo, vecchio ritornello: le partite della verità. Niente retorica, pura aritmetica: otto punti di distanza dal quarto posto (al momento, fuori anche dall’Europa minore), una gara da recuperare giovedì alle 20.45 a Bologna, a seguire altro scontro diretto, domenica alla stessa ora, a San Siro con la Lazio. Poi Lecce e Como prima della sosta, per un calendario con sempre meno turni infrasettimanali vista l’uscita dalla Champions. Quella Champions che si deve riagguantare a fine maggio: è l’obiettivo minimo, al di là della Supercoppa (già lontanissima) e della semifinale di Coppa Italia di inizio aprile contro la vincente di Inter-Lazio. Così, Conceiçao va incontro a nuovi esami, visto che sul tavolo c’è anche il suo contratto che può essere rescisso a giugno, cercando di ripartire dalle proprie certezze. Che sono pochissime.
A partire da Maignan. Con il portoghese in panchina è diventato capitano fisso. Di recente è tornato altalenante, vedasi le papere con Feyenoord e Torino, anche se per il rinnovo del contratto l’intesa sarebbe già stata trovata: ingaggio da 3,2 a 5 milioni, scadenza dal 2026 al 2028 con opzione per un altro anno. Certezza, dunque, sì: ma per quanto? La società riflette. Certo è il totale rispolvero di Pavlovic: relegato ai margini dalla precedente gestione, nel mirino, durante il mercato di riparazione, di Fenerbahçe, Galatasaray e Crystal Palace (anche questo mese), poi titolare praticamente inamovibile e con profitto nelle ultime partite. "È un guerriero", la constatazione del tecnico dopo Torino. Ne servono e serviranno, tanto che con Conceiçao ha trovato continuità anche la duttilità applicata a tanta, tantissima corsa di Musah: esterno alto, basso, centrocampista centrale. Con relativo “panchinamento“, nelle ultime due gare, di chi fin qui aveva sempre tirato la carretta: Fofana.
La vera sicurezza in mediana, tuttavia, porta un altro nome e ben altri numeri: Tijjani Reijnders, 12 reti stagionali, 3 assist, contratto (firmato soltanto nell’estate 2023) pronto ad essere portato fino al 2030 con un sostanziale ritocco sull’ingaggio per arrivare attorno ai 5 milioni. In avanti, poi, i fantastici quattro non hanno ancora, a dir poco, ingranato: Pulisic non è al meglio, Leao è stato prima escluso dall’undici titolare e poi sostituito all’intervallo sabato (senza rientrare in panchina nella ripresa), Joao Felix pare godere di una stima quasi illimitata, ma da lì a essere concreto ancora ce ne passa. Restano fuor di dubbio i numeri di Gimenez, anche lui non al meglio e finora servito con il contagocce. Numeri, però: 16 reti fino a gennaio con la maglia del Feyenoord, già 3 con quella rossonera.
Conceiçao si è rimesso all’opera ieri a Milanello, con Loftus-Cheek e Walker a lavorare ancora a parte, anche per tradurre sul campo i messaggi di Ibrahimovic, nell’intervista rilasciata a GQ: "Tutti parlano di noi, significa che stiamo facendo qualcosa di grande. C’è una nuova mentalità, fame. Non abbiamo paura: sfondiamo qualsiasi muro. Fidatevi: noi siamo il rock and roll, la nuova scuola. Puntando sempre ai risultati". In tema di società: è di ieri la notizia dell’iscrizione dei dirigenti rossoneri Geoffrey Moncada e Jovan Kirovski all’Unisalento di Lecce per ricevere il patentino italiano da ds.
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