Con un surf non si va lontano, si va in alto. Ci si allontana dalla riva, poi si resta lì, si rischia, si sfida il mare e si sfida sé stessi. Il Milan vuole questo per Rafael Leao. Una sfida costante, per arrivare in alto. Non sono tanto mire di squadra, perché confermarsi in Champions League è obiettivo minimo, quanto mirate, perché è il portoghese il capitale più importante del club. Quello su cui investire, da far crescere. È dipendenza, anche nelle ore in cui Theo Hernandez diventa il difensore più prolifico della storia del Milan. E non potrebbe essere altrimenti. Rafa ha “spaccato“ la finale di Supercoppa con l’assist a Abraham e deciso l’insidiosa trasferta di Como con la rete del 2-1. Però... però c’è sempre quel richiamo a fare di più. Lo dice e non dice Sergio Conceicao, in sede di commento. Attaccanti per pressare, correre di più per, in realtà, correre di meno: "Chiaro che abbiamo dei giocatori che non hanno queste caratteristiche, cerchiamo di cambiarle". Paulo Fonseca ci aveva già lavorato, a suo tempo. Si è detto e scritto che Musah a destra fosse un disegno per evitare al portoghese di tornare troppo. In realtà basta guardare come il numero 10 ha dettato il passaggio in profondità con Stella Rossa, o Juventus, o Como. Un po’ più attaccante, un po’ meno ala. Leao non ha mostrato un alto tasso di gratitudine al connazionale, a dire il vero: "Stavamo in un momento difficile ed è arrivato un nuovo allenatore che ci ha portato quello che mancava prima. Forse prima non si andava fino alla fine a mettere in campo tutte le energie e a cercare il gol al massimo", ma spesso solo alla fine del percorso si comprende di quali maestri si è stati discepoli. Capitò, in rossonero, anche a George Weah, qualche era geologica fa. Eppure il tecnico di Mendola allungò la carriera del liberiano, in aiuto a destra, regalandogli l’ultimo alloro. E al Milan conta aver ritrovato soprattutto parole da leader: "Quarto posto? Si può fare. Vogliamo la Champions League".
La strada è lunga, tutt’altro che scontata, intorno qualcosa sta cambiando, Rafa Leao è tornato al centro. Dipendenza. Dietro si è fermato Malick Thiaw, lesione del bicipite femorale sinistro da rivalutare dopo nuovo controllo medico fra 7-10 giorni. Christian Pulisic, che come Tijjani Reijnders ha inevitabilmente un po’ abbassato il rendimento causa usura, ha un affaticamento muscolare e potrebbe saltare la Juventus, come sicuramente farà Alvaro Morata (squalificato). Serve Rafa, che sia il nuovo o il vecchio per posizione, ma ancor più responsabilizzato dalla dipendenza. Che passerà, forse, per una nuova sfida. Marcus Rashford ama partire dalla stessa fascia. Certamente, in caso di arrivo, dovrà dividere la prateria. Ma sarà una pressione in più, per surfare ancora più in alto.
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