Insulti e offese discriminatorie, aggressioni fisiche o nella migliore delle ipotesi verbali. Cui seguono maxi-squalifiche, raramente i Daspo (che solo le autorità possono comminare). E multe irrisorie nei confronti delle società. Ma i numeri dei casi di violenza nei confronti degli arbitri, in particolar modo verso i più giovani, sono allarmanti. Ben 519 quelli accertati nella scorsa stagione (rispetto ai 334 dell’annata precedente), già una quarantina quelli denunciati in questo primo scorcio della nuova. Non può certo consolare il fatto che, proprio per l’inasprimento delle sanzioni a carico dei facinorosi (per chi si macchia di tali comportanti la sanzione minima di squalifica-inibizione è passata da 1 a 2 anni, mentre in caso di lesioni personali accertate da referto medico il minimo edittale passa da due a quattro anni), le violenze gravi siano scese da 105 a settanta. Comunque troppe. Nelle ultime settimane in alcune partite dei tornei LND e Settore Scolastico Giovanile della Figc che si svolgono in Lombardia, ci sono stati episodi gravissimi, come quelli che hanno portato a squalifiche per sessismo nei confronti di allenatori e giovanissimi calciatori (nel bresciano) e a un “daspo“ virtuale per un genitore “ultra“ (in provincia di Cremona) cui la società ha deciso di proibire l’ingresso nel proprio impianto.
Alla vigilia delle elezioni per la carica di presidente dell’Associazione Arbitri del prossimo 14 dicembre (si candidano Alfredo Trentalange e Antonio Zappi) il tema torna d’attualità. "E’ un problema culturale da affrontare in maniera più incisiva all’interno delle società - ha ribadito più volte Carlo Pacifici, presidente dell’Aia -. L’arbitro non è un nemico ma il ventitreesimo calciatore". Ma forse per arginare e provare a eliminare la violenza bisognerebbe dare maggior autonomia alla stessa Aia e applicare sanzioni ancor più severe, colpendo i responsabili anche nel portafogli. Perché qui è il punto: in questa spirale di violenza sono tutti coinvolti, dai calciatori ai dirigenti. E poi allenatori, massaggiatori fino ad un buon numero di “estranei“ che non si sa come riescono ad infilarsi in zone cui dovrebbero accedere solo i tesserati. E quando si viene a sapere che poco meno di 400, nell’ultimo anno, sono i giorni di prognosi refertati nei vari Pronto Soccorso per i direttori di gara, allora c’è da indignarsi. E trovare subito delle soluzioni visto che, come detto, la quasi totale maggioranza dei casi riguardano le società dilettantistiche e i torneiscolastici.
I violenti non risparmiano nemmeno le giovani ragazze-arbitri, una ventina di loro sono già state vittime di violenze nel 2024. L’Aia viene incontro ai baby-arbitri che finiscono all’ospedale con la tutela del suo ufficio legale, mentre la Figc anticipa 100 euro sulla diaria degli arbitri, visto che non poche famiglie si trovavano in difficoltà. Si fa di tutto per non scoraggiare i ragazzi che vogliono intraprendere questa carriera e che si ritrovano a combattere colmarcio che è proprio dentro il sistema.
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