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La formazione dell’Inter in campo domenica scorsa contro la Juventus: Taremi, Mkhitaryan, Acerbi, Sommer e Calhanoglu superano tutti i trent’anni
Nel decalogo del buon direttore sportivo, per costruire una rosa di alto livello, uno dei punti cardine riguarda l’equilibrio tra giovani ed esperti mestieranti. Quel che l’ardore degli anni in fiore non può più offrire in chi è “calcisticamente anziano“, si compensa con la sapienza accumulata, ma se si esagera c’è il rischio che il motore degli altri suoni più forte.
Dubbi che emergono nella testa dei dirigenti dell’Inter. Durante l’era Suning (e nell’ultima estate con Oaktree subentrata da poche settimane) hanno dovuto unire ingegno e conoscenza per accaparrarsi le migliori occasioni sul mercato, affidandone il potenziale al lavoro di Inzaghi e del suo staff. Di qui la seconda giovinezza di giocatori quali Darmian, Sommer, Mkhitaryan, Arnautovic, Acerbi, gente che oscilla dai 35 ai 37 anni, il cui minutaggio è nettamente superiore alla media dei coetanei. Ma se si chiama “seconda giovinezza“ è perché la prima, anagraficamente reale, appartiene al passato. Se si prendono in considerazione gli ultratrentenni, rientrano nella categoria anche De Vrij (33), Taremi (32), Calhanoglu (31), Zielinski (31 a maggio), Correa (31 ad agosto). Età media: 26 anni e mezzo, ad inizio stagione la seconda più alta del campionato. Guardando i titolari di domenica a Torino si andava oltre quota 30, il dato più alto dal 1994/’95. Le statistiche dicono che contro Milan (iall’andata e in Supercoppa), Bologna, Juve e Fiorentina, i nerazzurri hanno perso punti sempre nella ripresa. Solo nel derby di ritorno hanno impattato in pieno recupero, ma avevano “sonnecchiato“ per la prima ora.
Sia Arnautovic che Correa andranno a scadenza a fine stagione, mentre per Acerbi, De Vrij, Darmian e Mkhitaryan c’è una clausola d’uscita dal contratto ed è possibile che venga esercitata. L’ingaggio di Sucic (21 anni) in vista del Mondiale per club, con un investimento di 14 milioni più bonus, dimostra che Oaktree vuole puntare su profili giovani e di talento. Se ne troverà altri ritenuti abbastanza forti da poter riempire le caselle oggi occupate da cedibili o svincolabili, allora potrebbero esserci diversi avvicendamenti sotto l’ombrellone.
Alcuni dei nomi sul taccuino sono già emersi. Beukema e Bijol per la difesa (hanno anche lo stesso procuratore), Nico Paz per il centrocampo, il riscatto di Zalewski dalla Roma se confermerà di meritarselo, Santiago Castro in attacco. Il già citato Sucic andrà negli Stati Uniti e poi si capirà se cederlo in prestito o meno. Lo stesso accadrà a Francesco Pio Esposito, classe 2005 e attuale capocannoniere della B con lo Spezia.
Ora, però, c’è da pensare alla stagione in corso: ieri ad Appiano, sia Marotta che Inzaghi hanno chiesto al gruppo di alzare l’attenzione in vista delle sfide che attendono la squadra.
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