
Dan Peterson nel libro “La mia Olimpia“ racconta le sue 9 stagioni a Milano, squadra nata come lui il 9 gennaio 1936
Leo Dell’Orco, Ettore Messina, Christos Stavropoulos, Mario Fioretti. Gli Stati Generali dell’Olimpia Milano, ma non solo. Al centro lui, Dan Peterson, nato lo stesso giorno della “sua“ Olimpia, il 9 gennaio 1936. Semplicemente, il coach: "Mi chiamarono Nano Ghiacciato, perché ero piccolo e molto freddo". Al suo fianco un cronista di allora, Umberto Zapelloni, per la presentazione del libro “La mia Olimpia“. Tutto nasce "da una partita sbagliata. La mia prima trasferta fu a Salonicco, tra il -31 e le dracme in testa, poteva finire tutto". E invece no: "La sfida più importante fu quella di ritorno – ricorda Peterson – l’83-49 al PalaTrussardi". Poi lo sguardo si posa su Ettore Messina: "Sono stato un custode di una tradizione ereditata da Cesare Rubini e passata a lui, oggi".
I ricordi si sprecano: "Mi chiamarono “il John Wooden dei secondi posti“". Si dialoga col tifoso numero uno, l’attore Massimo Finazzer Flory: "Lui ha tradotto pragmatismo e poesia, offrendoci una narrazione, il senso della storia. Uomo incredibilmente piccolo in mezzo a uomini incredibilmente grandi, cambiando le dimensioni". Ettore Messina ricorda gli anni comuni alla Virtus Bologna, la mailing list quotidiana ancora oggi attiva del nativo di Evanston, che conclude: "La squadra non è solo coach e giocatori, ma anche massaggiatori, presidente, sponsor, giornalisti, tifosi, assistenti, magazzinieri".
Alessandro Luigi Maggi
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