GIULIANA LORENZO
Sport

Louati guida l’orchestra. "Ora serve il ritmo giusto. Derby? Monza ci somiglia ma attenzione a Zaytsev»

Il bi-campione olimpico domenica con l’Allianz Milano affronterà il Vero Volley . È la sua ex squadra in cui ha giocato durante nella stagione 2019/2020. "Sono passati cinque anni dall’ultima volta, sono certo che sarà una bella sfida".

"Ora serve il ritmo giusto. Derby? Monza ci somiglia ma attenzione a Zaytsev"

Il bi-campione olimpico domenica con l’Allianz Milano affronterà il Vero Volley . È la sua ex squadra in cui ha giocato durante nella stagione 2019/2020. "Sono passati cinque anni dall’ultima volta, sono certo che sarà una bella sfida".

Yacine Louati è alla ricerca della sinfonia perfetta in campo e fuori. Milano, a suo dire, visto che è musicista, è un’orchestra che si sta rodando. Non c’è però molto tempo: domenica è subito derby contro la squadra in cui, il bi-campione olimpico con la Francia, ha giocato nel 2019/20.

Come valuta l’inizio di stagione?

"La squadra sta acquisendo fiducia, c’è bisogno di tempo per conoscersi e avere continuità nel gioco. Andare a Taranto alla prima è stata "una trappola": hanno giocato una bella partita, non eravamo pronti e siamo caduti nella rete. La Lube era un match importante, abbiamo giocato bene, ma ci sono cose da migliorare. Trento è una squadra che ha cambiato poco e ha un bel livello noi non essendo al top abbiamo rischiato di vincere, peccato".

Ora il derby, lei è un ex. Che match si aspetta?

"Mi fa piacere tornare a Monza, trovare persone che conosco. Sono passati cinque anni, alcune cose sono cambiate, altre no, è rimasto solo Beretta. Sarà bello giocarci contro, dobbiamo avere il giusto approccio e trovare il ritmo in questo inizio di campionato. Hanno una bella squadra e ci sarà anche Zaytsev, sarà interessante".

Sarà la prima per lui a Monza…

"Conosciamo il giocatore che è, possiamo aspettarci di tutto. Ha scritto la storia della pallavolo italiana e mondiale. Bisogna capire come giocherà Monza, hanno diversi innesti e le stesse nostre problematiche".

Che vi aspettate dal campionato e dalla Champions?

"Per la Superlega difficile da dire, tutti possono vincere. Dobbiamo trovare il nostro gioco per prendere punti per i playoff. La Champions la affrontiamo da outsider, è la prima volta per la società e per tanti giocatori del roster. Proveremo a passare il girone e andare il più avanti possibile".

Come si sta trovando a Milano?

"Bene, mi piace l’allenatore: è uno che ci incoraggia e fa uscire il meglio di noi. Il gruppo è ben equilibrato tra esperienza, penso a Kazinsky e Piano, e giovani di talento che sono il futuro della Superlega. Arrivare qui è una bella sfida: sono in gruppo che è maturato come un bel vino. Se ne sono andati giocatori come Loser e Ishikawa, due pezzi importanti di quest’orchestra. È stimolante far parte di questa realtà, cambiata, ma con solide fondamenta. L’anno scorso mi sono divertito a vederli giocare, esprimevano una bella pallavolo, volevo farne parte. Possiamo aspirare a fare bene senza avere il roster della Sir o di Trento".

A proposito di Piazza, è un altro coach italiano per lei dopo Medei l’anno scorso e Giani in Nazionale, hanno qualcosa in comune?

"Mi hanno insegnato tanto, sono tutti diversi e con un modo di lavorare differente. Mi sono trovato bene con tutti. Difficile dire una cosa in comune ma rappresentano la cultura italiana del volley".

In Nazionale, ha vinto il secondo oro olimpico di fila, che emozione si porta dietro?

"Ci siamo confermati, questo fa onore al gruppo di cui faccio parte. Magari il nostro non è il roster più impressionante di tutti, però siamo riusciti due volte a vincere l’oro: la prima può essere stata anche fortuna, la seconda no. A Parigi, c’era pressione, siamo riusciti a trasformarla in una medaglia. Provo a prendere quello che vedo in Nazionale e a portarlo con me".

Diceva che la squadra è un’orchestra, continua a suonare?

"Sì, è uno dei miei progetti per il post carriera. A casa, ho una sorta di studio con la tastiera e il computer e porto sempre con me la tromba. Faccio tanta improvvisazione. Mi consente di avere un equilibrio e di staccare dalla pallavolo".

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