
L’altra classifica della serie B, quella che premia il rapporto spettatori/abitanti. I virgiliani (terzi) hanno una media di 8mila spettatori allo stadio “Martelli“.
Passione, orgoglio e fedeltà. Gli Ultras del Mantova celebrano i 50 anni della Curva Te e non ci poteva essere momento migliore per farlo: non tanto per la classifica, con i virgiliani quart’ultimi e in piena zona playout ma per i dati che emergono dalle classifiche del tifo, e che si basano sul rapporto spettatori/abitanti. In questa speciale graduatoria il Mantova si trova al terzo posto dietro il Frosinone del presidente Stirpe (media di 10.000 persone allo stadio per ogni partita, a fronte di soli quarantamila abitanti) e del Cittadella (secondo). In pratica la squadra guidata da mister Possanzini comunque riesce a portare allo stadio “Martelli“ una media di 8 mila. Un numero importante considerato che si è di fronte ad una città che conta appena 50mila abitanti.
Vero che nella classifica generale, quella senza parametri, il Mantova è quindicesimo con 109.728 spettatori i 13 partite, ma questo non toglie che, fatte le proporzioni, in una piccola città ci sia una passione enorme. Il cuore del tifo è sicuramente la Curva Te, nata cinquant’anni fa grazie ad un gruppetto di supporter che spostandosi dai distinti alla curva, appese uno striscione con la scritta “Ultras”. Fu l’inizio di una bellissima storia d’amore fra la parte più “calda“ del popolo biancorosso e il Mantova Calcio. Amore e passione che si sono tramandate negli anni di padre in figlio a prescindere dalla categoria. Serie B, C, D o Eccellenza, in ogni stadio d’Italia in cui il Mantova giocava, gli ultras non hanno mai fatto mancare il loro sostegno alla squadra, facendosi apprezzare anche dalle tifoserie organizzate più importanti del pallone “made in Italy“.
Al quarto posto, proprio alle spalle del Mantova, c’è un’altra formazione lombarda, la Cremonese, che viaggia forte nei playoff promozione ed ha una media di 9.006 presenze su 71.359 abitanti. Poi però iniziano le note dolenti e riguardano la squadra, il Brescia, che secondo l’opinione degli addetti ai lavori poteva rientrare fra le candidate alla promozione e che invece resta suo malgrado coinvolto nei bassifondi della classifica. Le Rondinelle, infatti, sono ultime nella classifica (con rapporto spettatori/impianti) con una media di 5.748 presenze a fronte di poco meno di 200mila abitanti. Vero che davanti c’è il Sassuolo capolista del campionato (i neroverdi hanno una media di 5mila tifosi a partita, circa uno ogni 34 abitanti), ma fa male pensare che a Brescia solo un abitante 40 frequenti il vecchio “Rigamonti“.
Certo, i risultati della squadra di Maran non aiutano, ma anche nella classifica generale il Brescia è solo quindicesimo (78.904 tifosi in 14 partite). Che ci sia un diffuso malcontento in città è risaputo: nella serata di giovedì 20 febbraio, i supporter del Brescia hanno esposto un lungo striscione davanti alla Loggia ("Imprenditori bresciani liberateci da questa agonia") in cui il tifo organizzato lanciava un appello pubblico agli imprenditori del territorio a rilevare il Brescia Calcio. Il lungo digiuno di vittorie in casa (dieci partite) non avvicina i fan delusi. Resta la speranza di un finale di stagione con un’inversione di tendenza. E poi un chiarimento con la Proprietà. Per il bene della squadra, ma soprattutto per il bene della città.
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