EMANUELE ALBERTI
Sport

Volley, la svolta di Max Bruini: "Addio Orago, il futuro è a Brescia"

Il giovane allenatore milanese lascia la società varesina dopo 13 titoli in 4 anni (3 campionati giovanili nazionali): “Ero l'unico tecnico di Orago a lavorare con le bambine del territorio"

Max Bruini in panchina

Milano, 26 luglio 2016 - “Sì, posso parlare. Sto aspettando il treno”. Al telefono Max Bruini, l'allenatore Under 30 più vincente d'Italia nelle categorie giovanili femminili di volley. Una storia di sport che pare uscita da altri tempi, su e giù dai treni da Milano a Jerago con Orago, paesino della provincia di Varese sede di una delle migliori scuole di pallavolo in Italia. Tra ritardi e imprevisti. Tra sacrifici e giornate interminabili, dedicate prima ad apprendere, poi a insegnare.

Max Bruini festeggia il titolo nazionale Under 14Il treno per Varese è in ritardo di dieci minuti. “Ecco, ora ho ancora più tempo a disposizione”. Il tempo, tanto per iniziare, per ricordare i successi ottenuti. In sei anni – sommando il ruolo di primo e di secondo allenatore – il 29enne del quartiere milanese di Affori ha raccolto 3 titoli nazionali, 5 regionali lombardi e 5 provinciali tra Varese e Milano. Certo, a Orago è molto più facile per la qualità delle atlete selezionate in tutta Italia. Ma la vittoria, come avvenuto quest'anno con la conquista del titolo italiano Under 14 a Vasto, non è mai un'equazione perfetta.

“Un attimo solo. Ok, ora sono sul treno”. Laureato in Filosofia con 110 e lode con una tesi sulla filosofia indiana giainista e sulla non violenza (“la filosofia mi è servita più di quanto si potrebbe pensare, un'azione tecnica è priva di significato se non ha una mentalità, una filosofia, a sorreggerla”), Max ha deciso di lasciare Orago e di gettarsi in una nuova avventura ad Adro, in provincia di Brescia, dove ricoprirà il ruolo di direttore tecnico del settore giovanile.

Come è iniziata la tua carriera di allenatore?

“Giocavo in serie C a Novate Milanese nel 2010 ed ero allenato da Tony Zisa. Tony mi ha chiesto di sostituire l'allenatore dell'Under 14 maschile all'Eurocamp di Cesenatico e abbiamo vinto il torneo in finale contro lo Yaka, ottima società giovanile. Ho capito che la mia vocazione doveva essere quella di allenare i giovani”.

Poi il salto di qualità in società di alto livello.

“L'anno successivo ho smesso di giocare e ho iniziato ad allenare nel Vero Volley femminile, mi sono così avvicinato a Carlo Mariotti per imparare. La scelta di passare a Orago, dopo due anni nel consorzio monzese, è stata motivata dalla necessità di evolvere come allenatore e acquisire un metodo e nuove competenze”.

Una scelta di certo non comoda.

“Penso che la crescita si ottenga attraverso la lotta e le difficoltà. Quando un'attività costa tanto, vale tanto. Ho cercato di misurare così la mia esperienza di Orago. Il percorso a Varese è stato contraddistinto da un'evoluzione importante grazie al mio impegno ostinato. Sono orgoglioso di come l'ho affrontato”.

E la figura di Bosetti?

“Ognuno deve scegliere i propri maestri, per me lui lo è stato. Ma, allo stesso modo, sono felice di essere stato per lui un valido supporto e un aiuto fondamentale in questi anni”.

Resta del rammarico?

“Diciamo che porterò sempre nel mio cuore tutte le persone di Orago che in questi anni hanno meritato di non essere dimenticate, in particolar modo le atlete che anche quest'anno hanno individuato in me una guida tecnica e un punto di riferimento come persona”.

Il risultato da incorniciare?

“Sarebbe scontato parlare degli scudetti, voglio citare invece il secondo posto ottenuto in questa stagione dall'Under 12. Purtroppo non ho partecipato alle finale perché ero ai Nazionali di Vasto. Quello è un gruppo di bambine non selezionate che lascio come preziosa eredità alla società".

Primi allenamento di Max Bruini ad AdroLa tua decisione di lasciare Orago e approdare al Volley Adro, una realtà giovanile non blasonata. Perché?

“Avevo bisogno di uno stimolo e sono un ambizioso consapevole dei propri mezzi e della propria forza di volontà. Ad Adro nei prossimi tre anni sarò direttore tecnico del giovanile con la finalità di portare atlete pronte alla serie B1 di Monticelli-Adro guidata da Patrizia Amadori. E' stata una scelta di vita, oltre che professionale”.

Sei abituato a lavorare con giovani non selezionate? Gli scettici ti fanno questa osservazione...

“Ero l'unico tecnico a Orago a lavorare anche con bambine del territorio in totale autonomia, riporterò quello che ho fatto quotidianamente negli ultimi anni".

E' la prima volta che guiderai un settore giovanile. Timori?

“Sono pronto ad accogliere questa sfida, è una bella opportunità e ho ben chiaro ciò che devo fare”.

Ti spaventa il rischio di non vincere subito?

“Mi spaventa restare nella zona di comfort permanente che avrei trovato a Orago. La cosa più importante è iniziare a lavorare con metodo e costanza. Mi piacerebbe creare un movimento nella provincia di Brescia che credo essere un terreno fertile per questo tipo di progetto. Se ciò verrà realizzato sono certo che mi toglierò delle soddisfazioni".

Cosa pensi della pallavolo giovanile di oggi rispetto a qualche anno fa?

“E' troppo spesso ostaggio degli interessi di alcuni dirigenti che guardano poco al benessere delle atlete. Atlete che, prima di essere un patrimonio economico, sono esseri umani”.

Hai scelto la pallavolo come lavoro. Ma si può vivere di questa passione?

“Sto lavorando affinché questa diventi la mia professione. Certamente si può vivere di volley – e genericamente di sport -, purché si abbia a che fare con dirigenti seri e onesti".