GIULIO MOLA
Sport

Milan, il tormentone. Leao c’è per Madrid. Parola a Fonseca

Da Monza a Madrid, dal primo successo lontano da San Siro alla “mission impossible“ in Europa. Il blitz all’U-Power...

Leao c’è per Madrid. Parola a Fonseca

Rafa Leao (25 anni) a colloquio con l’allenatore Paulo Fonseca Fra i due è in atto un vero e proprio braccio di ferro...

Da Monza a Madrid, dal primo successo lontano da San Siro alla “mission impossible“ in Europa. Il blitz all’U-Power Stadium rilancia il Milan in campionato (a 8 punti dalla vetta ma con una partita in meno) e soprattutto lo fa avvicinare alla zona Champions, ma non ha risolto (tutti) i problemi. Un successo legittimato nella ripresa dopo i rischi del primo tempo, vero, ma comunque una vittoria che ha “emozionato“ poco il popolo rossonero. Maignan ancora il migliore in campo (con Reijnders) in una gara da ritmi di calcio d’agosto, squadra lunga. Eppure a chi gli chiedeva se in Brianza si fosse registrato un passo indietro nel percorso di crescita, Paulo Fonseca ha voluto dare una lettura diversa del match: "Intanto il Monza è una squadra di qualità. E poi ho visto tante cose positive in fase offensiva, come la costruzione della manovra e altre situazioni interessanti. Per me è una squadra che gioca bene, solo in difesa abbiamo avuto qualche momento no".

Domani sera a Madrid ci vorrà però qualcosa in più, per quel che riguarda l’intensità certamente, ma pure per la qualità. E qui si apre un capitolo a parte, riguardante Rafa Leao. A Monza è entrato nell’ultima mezz’ora, si è fatto notare per un paio di strappi notevoli , ma si è pure divorato il raddoppio, a conferma del fatto che (panchine a parte, 4 in totale di cui tre consecutive) il feeling con il gol sta diventando un problema serio. In questa stagione, infatti, ha segnato la miseria di una rete in poco più di 800 minuti e la gestione dell’allenatore non lo ha certamente aiutato ad uscire dalla crisi. Il rapporto fra tecnico e giocatore è ormai ai minimi storici, e se ancora ce ne fosse bisogno Fonseca ha ribadito anche nel post-partita che per lui Rafa è uno come tanti: "Non c’è un caso Leao. È una opzione: Musah in panchina, Loftus-Cheek in panchina, Leao uguale. Questo deve essere normale. Lo status non va in campo".

Un ritornello che può spronare il talento lusitano una volta, magari anche due, poi diventa discutibile. Eccessivo. Per Fonseca, che in certe scelte ha mostrato coraggio e coerenza, Leao resta giocatore come gli altri e non il più talentuoso della rosa, dopo cinque anni di fedeltà alla maglia rossonera. Vero pure che Rafa ci ha messo del suo con atteggiamenti indolenti che possono dare fastidio, compresa la disponibilità al sacrificio in campo, quindi l’assenza di corsa e intensità in copertura che l’allenatore gli chiede da tanto. Però della sua qualità il Milan non può farne a meno in un momento così delicato della stagione. E’ chiaro che la società non sembra essere affatto contraria alla strategia del tecnico, altrimenti sarebbe già intervenuta. Invece Cardinale non parla, Ibrahimovic neppure, e probabilmente già fra qualche settimana toccherà all’uomo dei conti, l’ad Furlani, valutare il danno, oltre che sportivo, pure finanziario: la quotazione di Leao è in calo, il divorzio a fine stagione pare inevitabile anche se non può essere esclusa una soluzione ancor più drastica già a gennaio.

Magari domani il “braccio di ferro“ fra le parti osserverà una pausa e il portoghese tornerà ad essere protagonista sul palcoscenico del Bernabeu ma, possibile tregua a parte, il futuro è tutto da scrivere. Si sussurra che Jorge Mendes, il potentissimo manager del calciatore, abbia avuto già contatti col Barcellona (che però ha seri problemi di natura economica). L’altra pista porta in Arabia, dove i petrodollari degli sceicchi possono coprire il pagamento della clausola da 175 milioni esercitabile in estate fino al 15 luglio.

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