
Sergio Conceição, allenatore del Milan
"Errori incredibili". Oppure: "Non è questione di tattica e tecnica, piuttosto di testa e mentalità". E ancora: "Dobbiamo lavorare sull’atteggiamento, sull’equilibrio". E infine: "Con la squadra parlo tutti i giorni, ci prepariamo al meglio", ma in campo succede tanto altro. Ritorno al futuro, per il Milan. Ancora una volta. Da Fonseca a Conceiçao, il ritornello è praticamente lo stesso. Intanto, i punti vanno e l’Europa è lontanissima, anche quella minore, figurarsi la zona Champions League.
Cambiano gli allenatori, cambia buona parte dei giocatori, non la sostanza: le partenze dei rossoneri sono quasi sempre in salita. E recuperare sempre è quasi impossibile. Lontani i tempi della doppia rimonta di Riad contro Juventus e Inter che ha fatto finire in bacheca la Supercoppa. Lontani i tempi delle celebrazioni dei ribaltoni contro Como, Parma e Lecce ad esempio. Lontani per via di un gruppo che, con l’ex Porto, non ha mai messo in fila tre vittorie consecutive in Serie A. E di una classifica che di conseguenza continua a recitare forte e chiaro: nono posto.
Un dato eloquente: 8 gol subiti nei primi 10 minuti in questo campionato, ossia qualcosa che non succedeva dal 1949, la "bellezza" di 76 anni fa. "Per me non è facile, ci sono comportamenti del calcio e della scuola calcio che si imparano da ragazzini", ha puntato il dito Conceiçao. E non contro se stesso. Con lui, tuttavia, di fatto la squadra è andata in svantaggio 13 volte in 14 partite di campionato. E i cambi all’intervallo sono stati 18. Numeri che non possono fare rima soltanto con la questione atteggiamento. Il tecnico di recente ha parlato di bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto: è soprattutto mezzo vuoto. Tanto che la proiezione punti finale è quasi la peggiore dell’ultimo decennio: 59. Peggio solo la squadra allenata prima da Mihajlovic e poi da Brocchi: chiuse a 56. C’è poi l’altro lato della medaglia, nella paradossale annata sull’ottovolante Milan.
L’ultimo capitolo è quello relativo ai bomber di riserva. Abraham, in rete con Inter e Fiorentina, ha centrato la doppia cifra. Da (ex) seconda scelta rispetto a Morata prima e a Gimenez poi. A proposito: il messicano è uscito malconcio sabato sera per un colpo al costato, oggi verrà valutata la situazione e potrebbero essere necessari ulteriori accertamenti. Non preoccuperebbe, invece, l’infortunio muscolare che ha costretto Abraham a uscire contro i viola. Dà da pensare, però, la situazione contrattuale del 27enne in prestito secco dalla Roma: valutazione attorno ai 25 milioni e ingaggio da 4,5 ritenuti alti, filtra da Casa Milan. Intanto, l’inglese segna, così come il protagonista a sorpresa Jovic: decisamente ai margini nel recente passato, in rete a Napoli e con la Fiorentina, in scadenza di contratto tra qualche mese. Conceiçao ha scelto lui per sostituire Musah a metà primo tempo: lo statunitense, sempre titolare da quasi tre mesi in campionato con il portoghese, era stato già bocciato prima del té con la Lazio, peraltro. Non ha gradito, poi è tornato sui propri passi.
Segnale di un gruppo unito, da una parte. Dell’ennesima correzione in corsa resa necessaria da scelte iniziali errate, dall’altra. Quella di Jovic, piazzato anche a svariare tra le linee, ha invece pagato eccome. Il serbo, alla vigilia, aveva chiarito tramite un’intervista in patria: "Credo di meritare più spazio, l’anno scorso anche con i miei gol (6 in campionato, 9 totali) siamo arrivati secondi". E dopo il secondo centro stagionale, in appena 200 minuti, ha rilanciato: "Voglio giocare al meglio tutte le partite, fare quello che posso. Spero che l’allenatore se ne accorga...".
Continua a leggere tutte le notizie di sport su