LUCA MIGNANI
Sport

Milan, quanti errori. Altalena Conceiçao. Rischio addio in estate

Ciak, si rigira. E patatrac, ci risiamo. La galleria degli orrori dell’annata da psicodramma si allunga. E sul banco degli...

Ciak, si rigira. E patatrac, ci risiamo. La galleria degli orrori dell’annata da psicodramma si allunga. E sul banco degli...

Ciak, si rigira. E patatrac, ci risiamo. La galleria degli orrori dell’annata da psicodramma si allunga. E sul banco degli...

Ciak, si rigira. E patatrac, ci risiamo. La galleria degli orrori dell’annata da psicodramma si allunga. E sul banco degli imputati del Milan ci finisce anche Conceiçao. L’uomo da Coimbra, arrivato con l’etichetta di sergente di ferro e uomo giusto per spazzare via le fragilità rossonere, se le trova invece ancora tutte addosso e irrisolte. Il sigaro e il balletto di Riad, dopo le due rimonte e la Supercoppa in bacheca, già ad anni luce, nonostante siano passati nemmeno due mesi.

Nel summit all’Olimpico Grande Torino, tra dirigenza e allenatore, si è puntato il dito essenzialmente sui giocatori, protagonisti delle ennesime frittate di un’annata iniziata proprio col Torino. Ancora con un autogol di Thiaw e con un’ultima tappa sanguinosa, per le “ferite“ causate da un’altra autorete (protagonista Maignan), un rigore sbagliato (Pulisic non aveva mai fallito dal dischetto in carriera) e da una dormita generale (Thiaw, Pulisic, Fofana) due minuti dopo il pareggio.

Nel mezzo tanti, troppi capitoli da allarme rosso: il cooling break da separati in casa di Theo Hernandez e Leao, il doppio rigore scippato a Firenze da Theo a Abraham, poi lo sfogo di Fonseca pur dopo aver battuto la Stella Rossa e il suo esonero da uomo solo mandato allo sbaraglio. Fino al recente “circo“, per usare un termine di Conceiçao: i flop di Gabbia e Musah a Zagabria, quelli ancora di Maignan e Theo Hernandez tra andata e ritorno col Feyenoord. Con i granata, altra pagina che ha (ri)mandato fuori dai gangheri i tifosi: ripartita la contestazione contro la società, ma anche contro la squadra.

Ritorno al passato, insomma. Seppur con notevoli differenze: il mercato rivoluzionario e un nuovo allenatore. Che, di fatto, nelle sue prime quindici partite (in tutte le competizioni) ha ottenuto una media punti inferiore a quella delle ultime quindici del predecessore. Il proseguimento del rapporto, da giugno in avanti, così diventa molto complicato. Montagne russe, ora come allora. Alti, in mezzo a una marea di bassi.

L’ultimo chiama in causa Leao: dopo una mini-serie di esclusioni dall’undici iniziale, il cambio all’intervallo a Torino con il giocatore che non è tornato nemmeno in panchina. Quasi insostituibile, invece, un Joao Felix ben meno impattante rispetto alle premesse. E ancora: Fofana “panchinato“ nelle ultime due gare. La ricetta per Conceiçao è una sola: "Lavorare giorno e notte per arrivare al quarto posto". Giovedì a Bologna l’ultimo impegno infrasettimanale da lì a un mese abbondante. Ma il tempo è sempre meno: per tutti e per dimostrare che questa squadra "è forte il doppio rispetto a quella dello scudetto", come ha sottolineato Ibrahimovic.

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