Da piazza Axum a via Bergognone, di festa in festa, di rabbia in rabbia. Onda lunga, partita domenica sera a San Siro. Tutt’altro che decrescente. E su più livelli: dai piani alti dei vertici societari fin giù, a spiovere sul campo e su chi gli sta attorno. Brindisi dal retrogusto amaro, con bollicine mancanti: mancava Gerry Cardinale alla parata di stelle per le 125 candeline, mancava alla festa “privata” di club, dipendenti, giocatori attuali e del passato. Non mancavano però, fuori, i tifosi: sempre più lontani da questo Milan.
C’era, invece, Gordon Singer. Che attualmente è nel consiglio d’amministazione rossonero. E che insieme al padre Paul fa rima con Elliot. Assenza e presenza: forti entrambe. Come le voci dei giorni scorsi. Da un lato, gli spifferi partiti da New York di un addio in febbraio di Cardinale. Dall’altra, l’indiscrezione sulla volontà di rilancio dello stesso numero uno di RedBird. Di fatto, ad agosto 2025, andranno restituiti circa 700 milioni, da RedBird a Elliot. Totale 1,2 miliardi, 650 milioni già versati, 550 di prestito (vendor loan) che col tasso di interesse dell’8% arriveranno a essere proprio e circa 700. Di fatto, all’ultimo brindisi, non si è visto Cardinale: filtra, per lasciare spazio alla storia rossonera, con la volontà di scriverne nuove pagine. Si è visto, invece, Singer. Passato, presente, futuro. A fare da collante, Zlatan Ibrahimovic che, nel corso della festa ha parlato di orgoglio e famiglia. Sulla strada, invece, la contestazione dei tifosi, proseguita dopo i fischi piovuti a San Siro non appena lo svedese è stato inquadrato.
Rottura, insomma. Nel mentre, la società lavora ai rinnovi di Reijnders, Maignan (manca solo l’annuncio) e Theo Hernandez (offerta di 5,5 milioni, richiesta di 6,5). Con il suo vice, Alex Jimenez, che potrebbe essere titolare anche venerdì alle 20.45 al Bentegodi ed è stato sondato, per un prestito, da Valencia e Monza. Nel discorso coi biancorossi potrebbe rientrare anche Bondo, ma il Milan non sembra intenzionato a privarsi del terzino. Nel mentre, Fonseca è a un altro bivio, l’ennesimo, con l’Hellas: la classifica dice -14 dal primo posto, -8 dal quarto e fuori anche dall’Europa minore. E in infermeria, oltre a Pulisic e Loftus-Cheek, al netto dei lungodegenti Jovic, Bennacer e Florenzi, c’è anche Okafor: lesione di primo grado al soleo del polpaccio, out quasi un mese. Non solo, ieri sotto gli occhi di Ibra e Moncada, la squadra è tornata ad allenarsi e Musah ha lavorato a parte: problema muscolare, in forte dubbio per dopodomani. La festa per i 125 anni sembra già un ricordo, molto più agro che dolce. C’è da giocare su più tavoli, ora. Prima di tutto, col Verona. In un clima pesante. E che ha sempre quell’aria da ultima spiaggia.
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