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Mondiali di nuoto in acque gelide. D’Angelo prepara un’altra sfida: "Nel freddo il mio dolce tormento»

Il campione di Pieve Emanuele sarà protagonista a Molveno nei 25, 50 e 100 metri rana "Preparazione durissima".

C’è una ristretta categoria di nuotatori che nuota anche in inverno, con l’acqua sotto i 10 gradi, all’aperto, con il solo costume da piscina e senza la muta. Sembra tanto eppure non basta per spiegare ciò che è “l’arte“ dell’Ice Swimming, il nuoto in acque gelide. "E comunque io odio il freddo – esordisce Walter D’Angelo -. Ogni volta che metto piede nell’acqua fredda inizia il mio tormento…". Che detto dal neo campione mondiale “master“ di nuoto in acque gelide non suona proprio bene. Ma così funziona nella mente di chi è abituato a fare sport agonistico fin da quando ha sette anni: le sfide non finiscono mai. E il classe’62 di Pieve Emanuele, istruttore di Arti Marinaresche per il Salvataggio, è pronto per un’altra impresa: dal 15 gennaio, infatti, l’atleta lombardo sarà impegnato a Molveno, un piccolo lago del Trentino, per i Mondiali in acque gelide: "Non vedo l’ora di partecipare perché per la prima volta Ice Swimming sarà in Italia – evidenzia -. Gareggiare in casa, di fronte ai miei amici e conoscenti, sarà un’esperienza bellissima".

Walter sarà impegnato nei 25, 50 e 100 metri rana: "Questa disciplina è la mia preferita, è quella dove rendo meglio. Inoltre, lo scorso anno ai Mondiali di Tallin, ho siglato il record mondiale di categoria nei 50 rana e voglio ripetermi, come sui 100: anche qui detengo il record mondiale di categoria". Naturalmente uno sport estremo come questo richiede cautela: "Bisogna iniziare per gradi e sempre in compagnia, nel caso uno si senta male. In più, devi conoscere te stesso e sapere fino a che limite puoi spingerti: lo capisci con l’esperienza".

Durante gli allenamenti e i campionati, le regole di gara sono molto rigide proprio per salvaguardare la salute degli atleti: "Quello dei gelidisti è un mondo a sé – spiega –. Prima della gara, più o meno un mese prima, si tende ad ingrassare leggermente, aumentando i carboidrati durante i pasti, per sopportare al meglio il freddo. Alla partenza non ci si può tuffare in acqua: si nuota obbligatoriamente solo con occhialini e costume, quindi questo richiede allenamenti specifici per adattarsi al freddo intenso per tempi prolungati, gestire iperventilazione e tachicardia. Inoltre, bisogna imparare la delicata fase del recupero post-nuotata, che può durare decine di minuti. Io mi barrico nella mia macchina col riscaldamento accesso al massimo, ma anche dopo 15/20 minuti continuo a tremare e a non sentire la sensibilità sulle mani".

Proprio per questo l’ammissione alle gare prevede protocolli medici rigidi e la presenza di un "secondo" che assista il nuotatore e richiami l’attenzione dei soccorsi in caso di difficoltà: "E soprattutto – sottolinea Walter -, lo accolga all’arrivo perché quando usciamo dall’acqua tremiamo e non siamo neppure in grado di rivestirci…". Nonostante le 62 primavere il milanese non ha intenzione di fermarsi: "Andare in pensione? - ride -. Finché ho le forze per nuotare, e arrivano i risultati, voglio continuare".

Lorenzo Pardini

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