
Dove eravamo rimasti? Glielo fanno notare, ieri mattina, nella sala stampa dell’U-Power Stadium: "Ci siamo ricordati le sue parole, a...
Dove eravamo rimasti? Glielo fanno notare, ieri mattina, nella sala stampa dell’U-Power Stadium: "Ci siamo ricordati le sue parole, a gennaio: “Qui non parte nessuno“...". "Non c’ho preso?". Cinquantacinque giorni dopo, da quel 22 dicembre amaro contro la Juventus, Alessandro Nesta è quello di sempre: realista, sorridente, battuta pronta, altrettanta consapevolezza. Ma soprattutto un pozzo di verità. Le cose in chiaro subito: "Se sono tornato è perché ci credo: ero in Sudafrica e stavo benissimo, posto stupendo, potevo andare in montagna con la famiglia e sono qui, tra due settimane potevo andare a Miami. Senza fare il fenomeno: qui fuori ho una buona vita e una bella famiglia, non ho bisogno di altro, ma se sono qui è perché ci credo. Anche perché mi sono lasciato bene quando sono andato via, l’avevo detto anche a Galliani: chi mi stava esonerando era la classifica. Ora devo provarci, perché mi è stata data un’altra possibilità e sono orgoglioso: lo devo a me stesso, ai miei calciatori, alla società e a questa gente".
In quattro giorni di lavoro la conoscenza dei volti nuovi, quindi riaprire il raccoglitore degli schemi per riprendere i discorsi tattici che erano stati la base dei mesi precedenti. Non era quello il problema: è sempre stato dare all’ambiente quel che manca in termini di consapevolezza per uscire dall’epidemia di risultati e fare punti anche nello sporco. Un lavoro non facile soprattutto con chi c’era già ed è protagonista della discesa. Con quali obiettivi? "La salvezza. Salvarsi sarebbe un’impresa, una figata", mentre c’è spazio per chiarire qualche critica ricordando chi si ha di fronte: "Odio la gente che fa vedere solo per risultare figo, ma io dentro lo spogliatoio ho discusso con i giocatori. Ho troppa dignità per buttare fumo negli occhi della gente, non ho bisogno di farmi vedere, anche in campo ero così ma vi assicuro che non sono un tipo tranquillo. Se volete faccio un po’ di cinema, ma questo è calcio: io sono di Cinecittà, figuratevi, ma non fa per me". Premesse doverose arrivando al Lecce: un’opportunità subito di dare un segnale, avvicinare le avversarie e provare a spaventarle.
Partendo dai soliti guai dell’infermeria: ultimo a finirci è Lekovic, per un colpo subito all’adduttore. Non ci sarà. Di contro torna Caprari: "Con lui avevo avuto un battibecco, poi ci siamo presi un caffè e tutto a posto", rivela l’allenatore col fare di chi approccia alla sua squadra con il fare del buon padre di famiglia, o del compagno più esperto. Anche questo può bastare per resettare e ripartire. Oggi, per il Monza, inizia un nuovo campionato: se basterà fare grandi cose per l’impresa solo il tempo lo dirà, ma l’entusiasmo, questo sì, sembra quello del primo giorno.
Probabile formazione (3-4-2-1): Turati; Palacios, Izzo, Carboni; Pedro Pereira, Urbanski, Bianco, Kyriakopoulos; Ciurria, Dany Mota; Ganvoula.
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