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Giorgio Tarantola, ex arbitro Atp con presenze nei tornei dello Slam e alle Olimpiadi
Dal sogno (infranto) di diventare la “Wimbledon italiana“ alla versione (molto) “in miniatura“ degli Internazionali di Roma. Dai campi in erba che sarebbero stati allestiti sull’asfalto della Formula 1 nell’autodromo di Monza alla terra rossa del tennis club Villa Reale. Monza entra nel circuito del grande tennis: la seconda settimana di aprile ospiterà l’ATP Challenger Atkinsons Monza Open. A dirigere il torneo ci sarà un uomo di esperienza come Giorgio Tarantola, monzese doc, già al timone di numerosi Challenger in Italia e all’estero. Ed era stato sempre lui, una manciata d’anni fa, a candidare Monza per un ATP 250 all’autodromo.
Qual è stata la “giocata“ vincente in questa nuova partita?
"Allora era un 250, tornei che hanno un criterio molto selettivo, in quel caso devi comprare la licenza da un’altra città. Comunque siamo arrivati in finale e ce la siamo giocata con Maiorca, dove l’organizzatore era lo zio di Rafa Nadal. Il nostro progetto era affascinante, certo, ma ATP voleva campi già da vedere. Ora questa nuova opportunità. Tutto è nato da una richiesta dell’ex tennista Duvier Medina, presidente del Comitato organizzatore e direttore tecnico del Villa Reale Tennis. Io ho sempre chiesto ad ATP una data per Monza, consapevole che non sarebbe stato facile: l’Italia ha già tanto tennis, le Finals a Torino, Roma, quest’anno le finali di Coppa Davis".
Eppure a fine dicembre è arrivata la buona notizia...
"Tornei di questo livello si organizzano in un anno, noi dobbiamo farlo in tre mesi. Ma ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto “questo è un treno che non passa due volte“ e abbiamo preso la palla al balzo. Un Challenger di questa importanza è quasi un sogno e anche una responsabilità. Ora è il momento di lavorare duro per realizzare tutto alla perfezione: ci impegneremo al massimo per garantire a Monza un ruolo nell’élite del tennis italiano e non solo".
Sulla carta sarà uno dei tornei più prestigiosi in Italia.
"È un ATP di categoria 100 (come i punti in palio per il vincitore) con un montepremi di 143mila euro. Oltre quattro volte il montepremi che aveva il Challenger che è stato organizzato a Monza fino al 2012. Tutta un’altra storia".
E anche un altro livello agonistico?
"Si giocherà nella stessa settimana di Montecarlo, dove partecipano i primi 60-70 tennisti al mondo. Quindi qui arriveranno atleti tra il 70° e il 150° posto. Direi un livello molto alto".
Questo potrebbe essere il primo passo per tornare, un domani, a chiedere un torneo 250?
"Al momento la licenza per un 250 costa circa 6 milioni, è fuori portata. Noi dobbiamo concentrarci a fare bene il torneo di aprile: se ATP sarà soddisfatta avremo il diritto di rinnovo. Questo è il nostro obiettivo, far crescere il “nostro“ torneo, anche di montepremi. Puntiamo a costruire un grande evento impostando un lavoro a lungo termine, gettando le basi per rimanere anni e anni nel circuito ATP. Contiamo di avere il sostegno anche del territorio, perché il nome di Monza farà il giro del mondo. Arriveranno giocatori di altissimo livello, più tante stelle del futuro come i talenti della Next Gen".
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